Comunhão dos Santos,Comunión de los Santos, Communion of Saints, Comunione dei Santi


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sexta-feira, 8 de março de 2013

Scritti di Don Orione

Scritti
L'amore al Papa
Don Orione e la Carità
L'amore alla Madonna


donorione2“Fine speciale della Congregazione è diffondere la conoscenza e l’amore di Gesù Cristo, della Chiesa e del Papa, specialmente nel popolo; trarre ed unire con un vincolo dolcissimo e strettissimo di tutta la mente e del cuore, i.figli del popolo e le classi lavoratrici alla Sede Apostolica ciò mediante l'apostolato della carità fra i piccoli e i poveri”.
L'amore al Papa e alla Chiesa può essere riconosciuto come la chiave, il fine unificante per capire il multiforme apostolato di d. Orione. L'esercizio della carità verso i poveri, mediante l'olocausto di sè e le opere, costituisce il mezzo, la via e il dinamismo per giungere al fine. Eccovi alcuni testi significativi di San Luigi Orione


DON ORIONE SUL PAPA
IL PAPA, IL MIO PIU’ DOLCE E PIU’ GRANDE AMORE
donorione4...Ed ora, ad uno ad uno e insieme, spiritualmente abbracciandovi "in osculo sancto", vi conforto alla virtù, o figlioli miei, che siete l'anima mia. E vi esorto ad avere sempre grandissima confidenza nella Divina Provvidenza, e ad amarvi, figlioli miei, ad amarvi insieme, e ad amarvi tanto, e ad amare le Anime, le Anime!, cercando specialmente gli umili e i piccoli abbandonati.
Questo è il desiderio affocato dell'anima mia; ma, prima ancora il mio più dolce e più grande amore è il Papa, cioè Cristo: il Papa, per me e per Voi, è Gesù Cristo stesso: "il dolce Cristo in terra", diceva Caterina da Siena. Amare il Papa è amare Gesù Cristo. Onde dobbiamo avere a singolarissima grazia del Cielo di logorare, di consumare e dare la vita umilmente e fedelissimamente, ai piedi della Chiesa e per la Santa Chiesa, per i Vescovi e per il Papa. E così, fedeli all'azione interiore e misteriosa dello Spirito e di quella eterna Verità che ci fa liberi: guidati dal magistero autentico, vivo e solo infallibile della Chiesa, una, santa, cattolica, apostolica e romana: in uno spirito di amore, di comunione soave, sacra, fraterna: i Figli della Divina Provvidenza aiutando Iddio, credano, sperino, lottino; soffrano, amino!


DARE LA VITA PER IL PAPA
Scopo precipuo della nostra Congregazione e vivere di amore al Papa, e diffondere, specialmente nei piccoli, negli umili, nel popolo, il più dolce amore al Papa, e l'obbedienza piena e filiale alla Sua parola, ai Suoi desideri.
Sopra tutte le nostre fronti dev'essere scritto e portato alto il nome del Papa; su tutti i nostri cuori dev'essere inciso il nome benedetto del Papa; la nostra vita deve essere consacrata al Papa e alla Chiesa Santa di Gesù Cristo.
Il rispetto, l'obbedienza, l'amore ai Vescovi, che lo Spirito Santo ha posto a reggere la Chiesa di Dio, deve essere senza limite grande, senza limite devoto, senza limite filiale; ma, su tutti i Vescovi, dobbiamo rispetto, obbedienza, amore inestinguibile, per la vita e per la morte, al Capo dei Vescovi e della Chiesa, al Papa.
E nostro Credo è il Papa, la nostra morale è il Papa; nostro amore, il nostro cuore, la ragione della nostra vita è il Papa. Per noi il Papa è Gesù Cristo: amare il Papa e amare Gesù è la stessa cosa; ascoltare e seguire il Papa è ascoltare e seguire Gesù Cristo; servire il Papa è servire Gesù Cristo; dare la vita per il Papa è dare la vita per Gesù Cristo!
La Congregazione non potrà vivere, non dovrà vivere che per Lui; dev'essere uno straccio ai piedi di Lui o sotto i piedi di Lui; basta amarlo, basta vivere e morire per Lui! Vivere, operare e morire d'amore per il Papa: ecco, questa, e solo questa, è la Piccola Opera della Divina Provvidenza. Essa vive per diffonderne il nome, la gloria e l’amore; per sostenerne e difenderne l'autorità e la libertà: per camminare alla Sua luce.
Non vogliamo, non conosciamo altro maestro né altra luce... non conosciamo, non vogliamo altro Pastore; non conosciamo né vogliamo altro Padre, né altro Cristo pubblico e visibile in terra. Nelle conversazioni non tolleriamo parola e non dico parole, ma parola men che rispettosa verso la persona o l'autorità del Papa, delle Sacre Romane Congregazioni, dei Nunzi Pontifici o Legati Papali, o meno deferente alle disposizioni della Santa Sede.
Facciamoci un grande e dolce obbligo di praticare anche le minime raccomandazioni del Papa. In una parola, siate sempre e ovunque figli devotissimi del Papa; date energie, cuore, mente e vita a sostegno della Chiesa di Roma, Madre e Capo di ogni e di tutte le Chiese del mondo; a sostegno del Papa, della Sua autorità e libertà, e a diffusione del Suo amore.
E Gesù Cristo, Pastore Divino ed Eterno, non mancherà di benedirvi, o miei cari figli della Polonia, e di benedire alla vostra Patria, la cui fedeltà al Papa è uno dei titoli, è una delle sue glorie più belle.


AL PAPA IL NOSTRO CUORE E TUTTA LA NOSTRA VITA!
Dobbiamo palpitare e far palpitare migliaia e milioni di cuori attorno al cuore del Papa: dobbiamo portare specialmente a Lui i piccoli e le classi degli umili lavoratori, tanto insidiate; portare al Papa i poveri, gli afflitti, i reietti, che sono i più cari a Cristo e i veri tesori della Chiesa di Gesù Cristo.
Dal labbro del Papa il popolo ascolterà non le parole che eccitano all'odio di classe, alla distruzione e allo sterminio, ma le parole di vita eterna, parole di verità, di giustizia, di carità: parole di pace, di bontà, di concordia, che invitano ad amarci gli uni e gli altri e a darci la mano, per camminare insieme verso un migliore, più cristiano e più civile avvenire.
Il Papa è il padre del ricco, come del povero; per Lui non esistono nobili o plebei, ma solo dei figli; dal Papa la fede, la luce, la mansuetudine del Signore, che porta balsamo ai cuori, conforto e consolazione ai popolo.
"Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam, et portae inferi non praevalebunt adversus eam".
Passarono i secoli, e queste parole di Gesù risuonano attraverso i tempi e su tutte le tempeste del mondo; queste, furiose e terribili contro il Papato e la Chiesa, anziché subissare e Chiesa e Papato, ne fecero la più grande potenza spirituale e morale e mostrano, ogni di più, che Chiesa e Papato sono l'opera di Dio, sono la, forza di Dio.
Nel Papa noi riconosciamo non solo il Vicario di Cristo, non solo il Capo infallibile della Chiesa, ispirato e condotto dallo Spirito Santo, non solo il fondamento di nostra Religione, ma ben anche la pietra inconcussa della società umana.


DON ORIONE E LA CARITA’

AVREMO UN GRANDE RINNOVAMENTO SE AVREMO UNA GRANDE CARITA’
Viviamo in un secolo che è pieno di gelo e di morte nella vita dello spirito. Tutto chiuso in se stesso, nulla vede che piaceri, vanità, passioni e la vita di questa terra, e non più. Chi darà vita a questa generazione morta alla vita di Dio, se non il soffio della Carità di Gesù Cristo? La faccia della terra si rinnovella al calore della primavera; ma il mondo morale solo avrà vita novella dal calore della Carità.
Noi dobbiamo chiedere a Dio non una scintilla di Carità, come dice l'Imitazione di Cristo, ma una fornace di Carità da infiammare noi e da rinnovellare il freddo e gelido mondo, con l'aiuto e per la grazia che ci darà il Signore.
Avremo un grande rinnovamento cattolico, se avremo una grande Carità. Dobbiamo, però, incominciare ad esercitarla oggi tra di noi, a coltivarla nel seno dei nostri istituti, che devono essere veri cenacoli di Carità. Nemo dat, quod non habet: non daremo alle anime fiamme di vita foco e luce di Carità, se prima non ne saremo accesi noi, e molto accesi.
La Carità deve essere il nostro slancio, il nostro ardore, la nostra vita: noi siamo i "garibaldini" della Carità di Gesù Cristo.
La causa di Dio e della sua Chiesa non si serve che con una grande Carità di vita e di opere. Non penetreremo le coscienze, non convertiremo la gioventù, non i popoli trarremo alla Chiesa, senza una grande Carità, e un vero sacrificio di noi, nella Carità di Cristo.
C'è una corruzione, nella società, spaventosa; c'è una ignoranza di Dio spaventosa; c'è un materialismo, un odio spaventoso: solo la Carità potrà ancora condurre a Dio i cuori e le popolazioni e salvarle.


SERVIRE NEGLI UOMINI IL FIGLIO DELL’UOMO
donorione13Apriamo a molte genti un mondo nuovo e divino, pieghiamoci con caritatevole dolcezza alla comprensione dei piccoli, dei poveri, degli umili.
Vogliamo essere bollenti di fede e di carità.
Vogliamo essere santi vivi per gli altri, morti a noi.
Ogni nostra parola dev'essere un soffio di cieli aperti: tutti vi devono sentire la fiamma che arde il nostro cuore e la luce del nostro incendio interiore; trovarvi Dio e Cristo.
La nostra devozione non deve lasciar freddi e annoiati perché dev'essere veramente tutta viva e piena di Cristo.
Seguire i passi di Gesù fin sul Calvario, e poi salire con Lui in Croce o ai piedi della Croce morire d'amore con Lui e per Lui.
Avere sete di martirio.
Servire negli uomini il Figlio dell'Uomo.
Per conquistare a Dio e afferrare gli altri, occorre, prima, vivere una vita intensa di Dio in noi stessi, avere dentro di noi una fede dominante, un ideale grande che sia fiamma che ci arda e risplenda - rinunciare a noi stessi per gli altri -, ardere la nostra vita in un'idea e in un amore sacro più forte.
Nessuno che obbedisco a due padroni - ai sensi e allo spirito - potrà mai trovare il segreto di conquistare le anime.
Dobbiamo dire parole e creare opere che sopravvivano a noi.
Mortificarci in silenzio e in segreto.
Dobbiamo essere santi, ma farci tali santi che la nostra santità non appartenga solo al culto dei fedeli, né stia solo nella Chiesa, ma trascenda e getti nega società tanto splendore di luce, tanta vita di amore di Dio e degli uomini, da essere, più che i santi della Chiesa, i santi del popolo e della salute sociale.
Dobbiamo essere una profondissima vena di spiritualità mistica che pervada tutti gli strati sociali: spiriti contemplativi e attivi "servi di Cristo e dei poveri". Non datevi alla vanità delle lettere, non lasciatevi gonfiare dalle cose del mondo.
Comunicare con i fratelli solo per edificarli, comunicare con gli altri solo per diffondere la bontà del Signore:
1) amare in tutti Cristo;
2) servire a Cristo nei poveri;
3) rinnovare in noi Cristo e tutto restaurare in Cristo;
4) salvare sempre, salvare tutti, salvare a costo di ogni sacrificio con passione redentrice e con olocausto redentore.
Grandi anime e cuori grandi e magnanimi, forti e libere coscienze cristiane che sentano la loro missione di verità, di fede, di alte speranze, di amore santo di Dio e degli uomini, e che nega luce d'una fede grande, grande, proprio "di quella" nega Divina Provvidenza, camminino, senza macchia e senza paura, per ignem et aquam e pur tra il fango di tanta ipocrisia, di tanta perversità e dissolutezza.
Portiamo con noi e ben dentro di noi il divino tesoro di quella Carità che è Dio, e pur dovendo andare tra la gente, serbiamo in cuore quel celeste silenzio che nessun rumore del mondo può rompere e la cena inviolata dell'umile conoscimento di noi medesimi, dove l'anima parla con gli angeli e con Cristo Signore.
Il tempo che è passato, più non l'abbiamo: il tempo che è a venire non siamo sicuri di averlo: sol dunque questo punto del tempo abbiamo, e più no.
Intorno a noi non mancheranno gli scandali e i falsi pudori degli scribi e dei farisei, né le insinuazioni malevole, né le calunnie e persecuzioni. Ma, o figli miei, non dobbiamo avere il tempo di "volgere il capo a mirare l'aratro", tanto la nostra missione di carità ci spinge e c'incalza, tanto l'amore del prossimo ci arde, tanto il divino cocente foco di Cristo ci consuma.
Noi siamo gli inebriati della carità e i pazzi della Croce di Cristo Crocifisso.
Sopra tutto con una vita umile, santa, piena di bene ammaestrare i piccoli e i poveri, a seguire la via di Dio. Vivere in una sfera luminosa, inebriati di luce e divino amore, di Cristo e dei poveri e di celeste rugiada come l'allodola che sale, cantando, nel sole.
La nostra mensa sia come un'antica agape cristiana.
Anime! Anime!


DARE LA VITA CANTANDO L’AMORE
Lo splendore e l'ardore divino non m'incenerisce, ma mi tempra, mi purifica e sublima e mi dilata il cuore, così che vorrei stringere nelle mie piccole braccia umane tutte le creature per portarle a Dio.
E vorrei farmi cibo spirituale per i miei fratelli che hanno fame e sete di verità e di Dio; vorrei vestire di Dio gli ignudi, dare la luce di Dio ai ciechi e ai bramosi di maggior luce, aprire i cuori alle innumerevoli miserie umane e farmi servo dei servi distribuendo la mia vita ai più indigenti e derelitti; vorrei diventare lo stolto di Cristo e vivere e morire della stoltezza della carità per i miei fratelli!
Amare sempre e dare la vita cantando l'Amore! Spogliarmi di tutto!
Seminare la carità lungo ogni sentiero; seminare Dio in tutti i modi, in tutti i solchi; inabissarmi sempre infinitamente e volare sempre più alto infinitamente, cantando Gesù e la Santa Madonna e non fermarmi mai.
Fare che i solchi diventino luminosi di Dio; diventare un uomo buono tra i miei fratelli; abbassare, stendere sempre le mani e il cuore a raccogliere pericolanti debolezze e miserie e porle sull’altare, perché in Dio diventino le forze di Dio e grandezza di Dio.
Gesù è morto con le braccia aperte.
È Dio che si è abbassato e immolato con le braccia aperte.
Carità! Voglio cantare la carità! Avere una gran pietà per tutti!


VOGLIO CANTARE LA CARITA’!
Signore, scrivete sulla mia fronte e sul mio cuore il Tau sacro della carità.
Apritemi gli occhi e il cuore sulle miserie dei miei fratelli: che la mia vita fiammeggi, come in altissimo rogo, davanti a Voi, o Gesù!
Vita Ardente!
Fatemi un braciere, sfavillante di luce. Vivere di luce.
Inginocchiato con tutta la mia miseria, io mi stendo, gemendo, dinanzi alla tua misericordia, o Signore, che sei morto per noi.
Signore, non son degno, ma ho bisogno della tua gioia, una gioia casta, una gioia che rapisce, che ci trasporta nella pace, al di sopra di noi stessi e di tutte le cose: immensa gioia!
L'anima ha deciso di vincer tutto per ascendere, unirsi a Dio: è la gioia dell'umiltà.
La carità ha fame d'azione: è un'attività che sa di eterno e di divino. La carità non può essere oziosa. Noi moriamo in Dio e viviamo in Dio.
Mi sento come un carbone acceso su un grande altare: vivere in Lui e Lui in noi.
Ecco il sublime della vita, il sublime della morte, il sublime dell'amore, il sublime della gioia, il sublime dell'eternità!
Chiunque segue Maria sarà vincitore dei propri nemici e arriverà al regno in cui Ella regna col suo Figliolo, nella gloria che non avrà mai fine, nella beatitudine immensa; più su, nel silenzio sacro dell'Incomprensibile, dove trema un arcano splendore, dove è l'Altissimo!
Pregate Dio per colui che scrive, assistito dalla grazia divina, questa pazzia d'amore; egli prega per tutti coloro che la leggeranno. E che Dio ci doni Se stesso: largamente e in eterno. Amen.
Oh le meraviglie della Luce!
L’AMORE ALLA MADONNA

LA GRAN MADRE CHE NON MUORE
donorione14Maria! Maria Santissima! Non sei tu "il secondo nome"? E vi è nome più soave e più invocato, dopo il nome del Signore? Vi è umana creatura, vi è donna, vi è madre più grande, più santa, più pietosa? Le nostre madri passano, muoiono: Maria, Madre delle madri nostre, è la gran Madre che non muore. Sono passati 20 secoli, ed è più viva oggi di quando cantò il Magnificat e profetizzò che tutte le generazioni l'avrebbero chiamata beata.
Maria resta, vive e resta, perché Dio vuole che tutte le generazioni la sentano e la abbiano per Madre. Maria è la gran Madre che splende di gloria e di amore sull'orizzonte del cristianesimo, è guida e conforto a ciascuno di noi: è potente e misericordiosissima Madre per tutti che la chiamano e la invocano. È la misericordiosa e la santissima Madre che sempre ascolta i gemiti di chi soffre, che subito corre ad esaudire le nostre suppliche.
Il Dio che la fece tanto grande: "fecit mihi magna qui potens est" e la fece grande perché la vide umilissima, "quia respexit humilitatem ancillae suae", e la fece grande, piena di grazia, benedetta sovra tutte le donne, tutta pura e immacolata, perché la scelse per Madre, e, perché tale, la vuole sommamente onorata sovra ogni creatura. E l'onore dato a Lei sale al Figlio suo, all'uomo-Dio, a Gesù Cristo Signore Nostro. Questa è la nostra fede in Maria, il nostro culto e il nostro dolcissimo amore aria Santa Madonna, alla Mater Dei.
E noi andiamo a Gesù per Maria. I pastori cercarono Gesù, e lo trovarono nelle braccia di Maria. I Re Magi vennero da regione lontana per cercare il Messia, e lo adorarono nelle braccia di Maria. E noi, o miei figli, noi, poveri peccatori, dove troveremo noi ancora e sempre Gesù? Lo ritroveremo e lo adoreremo, tra le braccia e sul cuore di Maria!


ONORIAMO E AMIAMO MARIA!
La benedetta fra le donne volle apparire tutta bianco vestita, e all'umile fanciulla disse: "lo sono l'Immacolata Concezione!". E con le ripetute apparizioni e i continuati prodigi si degnò confermare il consolante dogma della Immacolata, proclamato quattro anni innanzi dall'angelico e grande Papa Pio IX.
Maria è Immacolata, e piena di grazia per Sé e per tutti i figliuoli di Eva, perché a tutti doveva essere esempio e Madre. E tutto lo splendore, la purezza, le grazie degli Angeli e dei Santi del cielo, insieme riunite, non possono affatto eguagliare lo splendore, la purezza immacolata, la pienezza delle grazie onde va adorna e risplende ...
Onoriamo, dunque, Maria con la preghiera, col diffonderne il culto, con devozione tenerissima e con imitarne le virtù.
Perfezioniamo la nostra anima con opere di fede e ardore a Dio e ai fratelli.
Onoriamo Maria, deponendo l'orgoglio, e vivendo in umiltà grande: Maria fu tanto umile!
Onoriamo Maria!
E stacchiamo il nostro cuore dai beni di questa misera terra, ché, quaggiù, ogni cosa è vanità, e le ricchezze caduche e il fumo degli onori e le voglie dei sensi, tutto è disinganno!
Amiamo la beata e spirituale povertà, tanto cara alla Madonna: leviamo alto lo spirito alle cose invisibili, e corriamo là dov'è gaudio sempiterno!
Onoriamo Maria!
Invochiamola, supplichiamola di infonderci un po' della sua immacolata purezza e di purificarci; di darci la mano e di condurci; di darci la semplicità del cuore puro, che vede Dio, che intende Dio; ci dia la Santa Madonna l'amore di Gesù sopra ogni cosa, e forza di volontà per camminare virilmente con Cristo!
Onoriamo e amiamo Maria! Amiamola da figli, dolcissimamente, a amiamola tanto!
Domani in cielo ci uniremo agli Angeli e a Lei, nella gioia, nel gaudio ineffabile; e, in Maria Santissima e con Maria, onoreremo e ameremo eternamente Iddio!

VIENI A NOI: CORRI, O MADRE, PERCHE’ IL TEMPO E’ BREVE...
Vieni, e infondici una profonda vena di vita interiore e di spiritualità.
Fa che arda il nostro cuore dell'amore di Cristo e di Te: fa che vediamo e serviamo negli uomini il Tuo Divin Figliuolo, che in umiltà, in silenzio e con anelo incessante conformiamo la nostra vita alla vita di Cristo, che lo serviamo in santa letizia, e in gaudio di spirito viviamo la nostra parte di eredità del Signore nel Mysterium Crucis.
Vivere, palpitare, morire ai piedi della Croce o in Croce con Cristo.
Ai tuoi piccoli figli, dona, beatissima Madre, amore, amore; quell'amore che non è terra, che è fuoco di carità e follia della Croce.
Amore e venerazione al "dolce Cristo in terra", amore e divozione ai Vescovi e alla Santa Chiesa; amore alla Patria, i come Dio lo vuole; amore purissimo ai fanciulli, orfani e derelitti; amore al prossimo, particolarmente ai fratelli più poveri e doloranti; amore ai reietti, a quelli che sono ritenuti quali rottami, rifiuti della società; amore ai lavoratori più umili, agli infermi, agli inabili, agli abbandonati, ai più infelici, ai dimenticati; amore e compatimento per tutti: ai più lontani, ai più colpevoli, ai pi avversi, a tutti; e amore infinito a Cristo.
Dacci, Maria, un animo grande, un cuore grande e magnanimo, che arrivi a tutti i dolori e a tutte le lagrime.
Fa che tutta la nostra vita sia sacra a dare Cristo al popolo e il popolo aria Chiesa di Cristo; arda essa e splenda di Cristo, e in Cristo si consumi in una luminosa evangelizzazione dei poveri; la nostra vita e la nostra morte siano un cantico dolcissimo di carità, e un olocausto al Signore.
E poi... e poi il santo Paradiso! Vicini a Te, Maria: sempre con Gesù, sempre con Te, seduti ai tuoi piedi, o Madre nostra, in Paradiso, in Paradiso!
Fede e coraggio, o miei figliuoli: Ave Maria, e avanti!
La nostra celeste Fondatrice e Madre, ci aspetta, ci vuole in Paradiso.
E sarà presto.
Siate tutti benedetti, cari miei figli!

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