Comunhão dos Santos,Comunión de los Santos, Communion of Saints, Comunione dei Santi


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quarta-feira, 27 de fevereiro de 2013

Le Opere della Santa Catarina de Siena






Le Opere della Santa
http://www.caterinati.org/opere.htm

Testi di S.Filippo Neri

Testi di S.Filippo


Sull'amore a Cristo e a Dio

A questo fine diceva spesso che non si cercasse altro che Christo, dicendo spesso: Chi vuol altro che Christo non sa quel che vole, e chi vuole altro che Christo non sa quel che domanda. Diceva ancora: Vanitas vanitatum et omnia vanitas, se non Christo (ricordo n.45 del Maffa)

Di più diceva che era tanto utile e necessario questo staccamento dalle cose terrene per servire a Dio, che se havesse avuto diece persone veramente staccate e che non volessero altro che Christo, gli bastava l'animo di convertir tutto il mondo (ricordo n.49 del Maffa)

Se l'anima ha da Dio l'esser perfetto,
sendo, com'è, creata in un istante,
e con mezzo di cagion cotante
come vincer la dee mortal oggetto?

Là 've speme, desio, gaudio e dispetto
la fanno tanto da se stessa errante,
sì che non veggia, e l'ha pur sempre innante,
chi bear la potria sol con l'aspetto.

Come ponno le parti esser rubelle
ala parte miglior, né consentire?
e quella servir dee, comandar quella?

Qual prigion la ritien, ch'indi partire
non possa, e alfin col pie' calcar le stelle;
e viver sempre in Dio, e a sé morire?

Sull'equilibrio umano
Et per instruir meglio i suoi figlioli spirituali nello stato della discrezione, dicea che non bisognava fare ogni cosa in un giorno, et che non si diventa santo in quattro dì, ma a poco a poco, di grado in grado. (ricordo n.14 del Maffa)
Essortava ancora a fugire ogni sorta di singularità e voler mostrare di essere e fare di più degli altri, e per questo diceva spesso che non gli piacevano queste estasi o ratti in pubblico, come cosa pericolosissima, e che chi vole volare senza ale bisogna pigliarlo per i piedi e tirarlo in basso. (ricordo n.25 del Maffa) Come lei sa la poesia è faticosa alla testa e per conseguenza non può partorire sanità, generando humore malenconico et altri mali quali detto Padre dice havere cognosciuto in molti che hanno atteso a simile esercitio… (parole riportate da p.Fedeli, portavoce di S.Filippo Neri presso Giovenale Ancina, convalescente da una grave malattia)
Io Filippo Neri sopraintendente affermo non solo quanto di sopra, ma è molto più bisognerà crescere nelle spese, accrescendo il popolo e la divotione (lettera nell'Archivio di S.Giovanni dei Fiorentini con cui Filippo chiede più soldi alla “nazione fiorentina”).

E' proverbiale l' episodio nel quale una madre porta a S.Filippo Neri la figlia che afferma di vedere i santi e la Madonna; S.Filippo la guarda negli occhi ed esclama: “Che si sposi!”

Non giudico atto a questo offitio il p.Giovanni Francesco Bordini, quale, se bene ha di molte belle parti e virtù, che ne deve rendere gratie a Nostro Signore Iddio, l'ho trovato sempre duro et di proprio parere, monstratolo in particolare nel volere vencere di comprare le case delle monache contro mio volere et senza necessità; il che, oltra al havere comprato case vecchie et muraglie fracide…

(inoltre a S.Giovanni dei Fiorentini) si stava colle porte aperte, de sorte che la chiesa era impraticabile et a forestireri et a noi di casa, pel freddo grande et vento che entrava per tutto. Si che, non havendo imparato, tra l'altre virtù ch'ha, d'obedire et de credere troppo al suo parere et giudicio, non è atto a comandare né governare…

Né meno reputo atto a questo governo il p.Antonio Talpa, che anco egli è troppo affetionato alle sue opinioni, senza cedere all'altrui quantunche migliore siano: come mostrò per voler fare un disegno de cavar acqua, quando si incomenzò a fabricare, nel che nacque et spesa et inconvenienti in casa… (dalle Disposizioni del 1585, quando era stata da poco annessa l'Abbazia di S.Giovanni in Venere e si stava per aprire la filiale di Napoli)

Sul rapporto con i Papi

Il signor Cardinale si fermò poi sino a doi hore di notte, e disse tanto bene di vostra Santità, più di quello che mi pareva, essendo ella Papa, dovrebbe essere l'istessa humiltà. Christo, a sett'hore di notte, si venne a incorporare con me, e vostra Santità guarda che la venisse, pur una volta nella nostra chiesa. Christo è huomo et è Dio, e mi viene, ogni volta che io voglio, a visitare; e vostra Santità è huomo puro, nato d'un huomo santo e da bene; esso nato da Dio Padre. Vostra Santità nato dalla signora Agnesina, santissima donna; ma esso nato dalla Vergine delle Vergini. Harei che dire, se volessi secondare la collera che ho. (dalla lettera che Filippo malato scrisse negli ultimi anni al Papa Clemente VIII, rimproverandolo di non essere ancora venuto a trovarlo; il Papa, suo carissimo amico, mandò a rispondere, fra l'altro: “Del non essere venuta a vederla, dice che Vostra Reverentia non lo merita, poiché non ha voluto accettare il cardinalato, tante volte offertoli… Et quando Nostro Signore la viene a vedere, lo preghi per lui et per i bisogni urgenti della Christianità”)

Sull'amore ai fratelli

Per questo diceva spesso che il lasciare i suoi gusti per aiuto del prossimo, cioè spirituali, era atto di gran perfezione et era lasciar Christo per Christo (ricordo n.53 del Maffa)

Soleva dire alle persone che andavano a servir gli infermi degli hospedali o a far altra simil opera di charità che non bastava far il servitio semplicemente a quello infermo, ma che bisognava, per farlo con maggior charità, imaginarsi che quello infermo fosse Christo e tener per certo che quello che faceva a quell'infermo lo faceva all'istesso Christo e così si faceva con amore e maggior profitto dell'anima (ricordo n.40 del Maffa)

…diceva che per essere perfetto non basta a obedire et honorare i superiori, ma bisognava honorare gli uguali et inferiori (ricordo n.24 del Maffa)
Sulla grazia
Signore, non aspettar da me se non male e peccati; Signore, non ti fidar di me, perché cadrò al certo, se non m'aiuti (ricordo n.42 del Maffa)

Sull'umiltà

Diceva ancora che per arrivare alla perfettione della vita spirituale e per acquistare perfettamente il dono dell'humiltà sono necessarie quattro cose, cioè: spernere mundum, spernere nullum, spernere se ipsum, spernere se sperni (ricordo n.3 del Maffa)

Sulla gioia

Voleva ancora che le persone stesser alegre dicendo che non gli piaceva che stessero pensose e malinconiche, perché faceva danno allo spirito, e per questo sempre esso beato Padre, ancora nelle se gravissime infermità, era di viso gioviale et allegrissimo, et che era più facile a guidare per la via dello spirito le persone alegre che le malinconiche (ricordo n.33 del Maffa)

Non gli piacevano gli scrupoli, come cose che inquietano assai la conscientia, et per questo molte volte da chi gli voleva dire in confessione, non voleva sentirle (ricordo n.35 del Maffa)

Raccomandava a tutti la quiete della conscientia e per questo a un certo suo proposito disse una volta che quando la persona volesse fare qualche voto cercasse di farlo condizionato: se potrò, se mi si ricorderà, o in altro simil modo (ricordo n.34 del Maffa)

Diceva ancora che doppo le tentationi non bisognava starvi a discorrere se la persona haveva consentito o no, perché molte volte per simili pensieri solevano tornare le medesime tentazioni (ricordo n.91 del Maffa)

Amo, e non posso non amarvi, quando
resto cotanto vinto dal desio
che 'l mio nel vostro, e 'l vostro amor nel mio;
anzi ch'io 'n voi, voi 'n me ci andiam cangiando.

E tempo ben saria veder il quando
ch'alfin io esca d'esto carcer rio,
di così folle e così cieco oblio,
dov'io mi trovo, e di me stesso in bando.

Ride la terra e 'l cielo e l'ora e i rami,
stan quieti i venti, e son tranquille l'onde,
e 'l sol mai si lucente non apparse.

Cantan gli augelli: Chi dunc'è che non ami
e non gioisca? Io sol, che non risponde
la gioia alle mie forze inferme e scarse.


Sulla preghiera

Diceva ancora che non si domandasse mai al Signore una gratia assolutamente, come la sanità o altra simil cosa, ma sempre con conditione se gli piace o se è per il meglio (ricordo n.36 del Maffa)

Sulle virtù e i vizi

Essortava tutti spessissime volte con infocati raggionamenti alla virtù della castità, dicendoli: Si guardino li giovani dalla carne e li vecchi dall'avaritia (ricordo n.64 del Maffa)

Sulla preghiera e il padre spirituale

…diceva che non ci era cosa che il demonio havesse più a male quanto l'oratione (ricordo n.74 del Maffa)

Diceva anche che non bisognava mai fidarsi di se stesso, ma consigliarsi sempre con il padre spirituale e raccomandarsi all'oration di tutti (ricordo n.85 del Maffa)

Diceva poi a tutti quelli che desideravano la salute dell'anima loro che avanti si eleggessero un confessore ci pensassero bene, ma poi che l'havessero preso non lo lasciassero mai e gl'havessero grandissima fede, conferendogli ogni minima cosa, perché il Signore non lo lascerà mai errare in cosa che fusse per la salute dell'anima loro (ricordo n.109 del Maffa)
Sulle sofferenze altrui
Avvertiva ancora che quando una persona andava a visitare un infermo non facessi del profeta con dire che l'infermo morirebbe overo non morirebbe, perché diceva che vi erano state persone che havevano detto che un infermo sarebbe morto, e poi quando guariva gli rincresceva che fusse guarito perché la profezia non era riuscita (ricordo n.107 del Maffa)

Diceva anche che quando si andava a raccomandar l'anima di alcun moriente che un bonissimo aiuto era a pregar per quell'anima e che bisognava dile poche parole et di raro (ricordo n.139 del Maffa)
Sull'aridità
Diceva ancora che le persone spirituali dovevano esser designate tanto a sentire i gusti di Dio come a stare in aridità di spirito et della devotione tutto quello tempo che piace a Dio, non si lamentando mai di cosa alcuna (ricordo n.139 del Maffa)

Sui sacerdoti

Consigliava alli sacerdoti, massime che vivono in comune, che cercassero in quanto fusse possibile di non haver niente in particolare in sacrestia e gli diceva che non havessero mai hora particolare, né altare, né altra cosa, ma che dicessero la messa quando erano chiamati e dove erano mandati (ricordo n.106 del Maffa)
 

Scritti Spirituali di San Gaspare del Bufalo

Scritti Spirituali
di San Gaspare del Bufalo
Brani scelti da P. Barry Fischer, C.PP.S.





L'Agonia di Cristo:
"Il monte Calvario è il monte dell'amharezza, è il Colle dell'incenso. Monte di amarezza perché ecc. Colle dell'incenso perché l'incenso figura l'Orazione in cui specialmente dobbiamo tratternerci in queste tre Ore; poiché siccome l'incenso si solleva dagli ardenti carboni, così da un cuore infiammato d'amore sollevar deesi in oggi ecc.

"Oh monte santo di Redenzione e di pace! Oh terra imporporata del Sangue del mio Signore, deh che io ascenda questo monte con venerzione ecc.

"Mosè, allorché dovette salire sul monte ad ascoltar la voce di Dio ebbe ordine di scalzarsi. Locus enim in quo stas terra sancta est. Popolo mio, locus in quo stamus terra sancta est. Togliam dunque da noi la polvere mondana ecc., Rivolti a Gesù diciamogli parlate pure o Signore che i vostri figli son pronti ecc."

(Tre Ore di Agonia, Volume 9°, No. 62, p. 210)

"Cosa mai può il buon esempio! Il buon ladro penetrato da tali lezioni di carità, quali noi abbiamo espresse riconobbe la dignità di quegli che moriva, e però con santa libertà mentre I manigoldi lo deridevano, a Gesù disse: Memento mei, Domine. Lo riconobbe per quegli ch'era Domine. Oh bella vittoria dei rispetti umani che causano ecc. memento oh umiltà da vero penitente. Hodie mecum eris in Paradiso. Oh carità del mio Signore. Lo fidde pentito, questo bastò all'amore di Gesù Cristo. Oggi oggi nell'applicarti il mio Sangue il diritto riassumi al Paradiso ecc. Peccatori coraggio ecc. Dopo questo esercizio gloriatevi solo in Gesù."

(Tre Ore di Agonia, Volume 9°, No. 62/2.2., p. 211)

"Ho sete 1. Di più patire se vi fosse luogo; 2. Di anime; 3. Causata anche dal gran spargimento di sangue."
(Tre Ore di Agonia, Volume 9°, No.62/5.5., p. 212)
"Consummatum est. Beato chi negli estremi considerando la cariera assegnata da Dio potrà esclamare Consummatum est."
(Tre Ore di Agonia, Volume 9°, No. 62/6.6., p. 212)

L'Amore:
"Il primo indizio d'amar' adunque il Signore è pensare a Lui volentieri, giacche ubi est thesaurus tuus, ibi est et cor tuum (Mat. 6. 21.). Le Api non si pascono se non del mele, non cercano se non il mele, non lavorano se non il mele. Anche le Anime Sante non trovano pascolo in altro ogetto che nell'amare il loro Signore; non cercano altro che crescere in questo amore; non indirizzano ad altro segno il loro operare. E questo è amare Iddio con tutta la mente in tota mente tua (Mat. 22.). Questo è porlo come sigillo sopra del cuore pone me ut signaculum super cor tuum (Cant. 8. 6.). Questo è mantener' sempre acceso il fuoco nell'Altare nel nostro interno Ignis in altari semper ardebit (Lev: 6. 12.).

"Il secondo libenter Deo dare. Ma che cosa potremo mai dare al Signore se sono tutte sue. Tua sunt omnia! (1. Paralip. 29. 14). Eccolo. Dal godere del bene che ei possiede; ed inoltre bramare l'estrinseco della sua gloria maggiore desiderando con tutto l'impeto del suo cuore di non esser' solo ad amare il suo Creatore, ma ch'Egli sia lodato da tutte le Creature struggendosi de vederlo offeso. Diamogli il Cuor' nostro, e a Lui assogettiamo il nostro voler ecc. Per ultimo non diligamus lingua sed opere et veritate (1. Jo. 3. 18).

"Il terzo libenter pro Deo pati. Solo il compatire le altrui miserie è una prova concludente d'amare il misero; onde al veder' Gesù Cristo piangente nella morte di Lazzaro ne inferivano gli astanti la grandezza del suo amor' verso lui. Ecce quomodo amabat eum. Jo: 11.36. Quanto più concludente però sarà la prova di chi vuol se misero per felicitare l'Amico? Certamente il nostro Redentore per far' vedere al mondo la grandezza dell'amor' suo verso del padre non si servì d'altro argomento che dell'andare ch'egli facea generosamente incontro della Passione. Ut cognoscat mundus quia diligo patrem surgite eamus Joa: 14. 31. Pertanto la vera carità se può nascere tra le delizie dello spirito, non può farsi adulta se non tra le pene, ne si può manifestar' meglio che per le Croci. In fine questi tre indizi se siano applicati alla Carità del Prossimo diverranno un' paragone sicurissimo del divino amore."
(Indizi del vero amore, Volume 7°, No. 53/2, pp. 170-172)Le Anime del Purgatorio:
"O grande Iddio che nel Crearci a vostra Immagine e similitudine ci deste un cuore per quanto è da Voi tutto compassionevole al bene dei nostri prossimi deh con la vostra grazia richiamate ciascun' di noi secondo il bisogno ad aver' tenera dilezione alle Anime purganti. Sono esse che attendono i nostri suffraggi, esse che meritano i nostri aiuti, esse che ce li richiedono ardentemente: Miserimini mei ecc. miserimini mei. Ed oh voci insinuanti ogni sentimento di commiserzione oh industrie della Chiesa che ci richiama ad ascoltar' di queste dilette figlie di Sion' i lamenti, oh dolci vincoli che i nostri cuori impegnano a prestar' soccorso ai lor' bisogni. Signore esaudite le nostre preghiere, accettate i desiderj del nostro cuore grati vi siano i beni che con l'ajuto vostro tanti figli e figlie procurano ai lor' genitore, tanti parenti ai lor' congiunti, tant amici ai loro amici. Trionfi la carità vostra o mio Signore e per tanti rapporti si adempiano anche i doveri sacri ai quali la religione ci unisce. Pater noster."
(Preghiere per suffragare le Anime del Purgatorio, Volume 13°, No. 68, pp. 256-257)"Oh come il vostro cuor' divino arde di desiderio che presto venghino a godervi nella invitiva visione! Quanto è mai dovizioso l'ordine della vostra condotta sovrana! Possibile che tanti fedeli si vedino insensibili fra tanti eccitamenti? Possibile che ricusino ai lor' stessi vantaggi, e non si occupino a corrispondere alle voci di un Dio, che è tutto amore per noi?"
(Preghiere per suffragare le Anime del Purgatorio, Volume 13°, No. 68, p. 257)"Oh dolci vincoli, che i nostri cuori impegnano a prestar soccorso ai loro bisogni! Signore esaudite le nostre preghiere; accettate i desiderj del nostro cuore; grati vi siano i beni, che mercé vostra, tanti figli e figlie procurano ai loro Genitori; tanti parenti ai loro congiunti; tanti amici ai loro amici. Trionfi la carità Vostra o mio Signore; e per tanti rapporti si adempiano i doveri sacri, ai quali la Religione ci unisce."
(Preghiere per le Anime del Purgatorio, Volume 13°, No. 68bis., p. 261)"Gesù mio Redentore, Padre, e Consolatore nostro, deh ricordatevi che le Anime costano il prezzo inestimabile del Vostro Preziosissimo Sangre."
(Preghiere per le Anime del Purgatorio, Volume 13°, No. 68bis., p. 262
Gli Auguri:
"Io vi auguro la fede di un Abramo che lasciò tutto per il suo Dio, e coi fatti dimostrò la veracità interna dei suoi sentimenti. Vi auguro il coraggio di un Davidde nel combattere contro Golia, e parlando del nuevo Testamento la costanza degli Apostoli ricevuto che ebbero lo Spirito Santo."
(Per il termine della Missione, Volume 9°, No. 61, pp. 208-209)

La Bontà di Dios:
"Questo ci spiega quel zelo ardente con cui l'Evangelico Pastore va a cercar' la Pecorella smarrita, il rammarico ch'egli prova ch'Ella si sia perduta, l'eccesiva allegrezza che dimostra d'averla trovata; questo volle farci intendere sulla Croce quando esclamò Sitio non tanto per dimostrare la sete che pativa nel Corpo, quanto l'ardore con cui desiderava di esser amato dagli uomini."

"Finalmente tutto ciò ch'Egli propone, tutto ciò ch'egli produce nell'ordine della Natura, e della grazia non tende ad altro che ad obligar' l'uomo ad amarlo."

"Per comprendere in qualche maniera il numero basta dire che noi siamo debitori a Gesù di tutti i beni di natura e di grazia e di gloria; che noi siam' debitori a Gesù dei benefizi ineffabili della Redenzione, della vocazione, della giustificazione, e di quello che ha da essere la corona di tutti gli altri della glorificazione. Egli non ha pensato che a noi, non ha operato, non ha patito non ha vivuto se non per noi. In omnibus divites ecc."
"Iddio è buono; e quanto egli è, quanto sa, quanto pensa, quanto desidera quanto ordina, e vole tutto è bontà. Bontà è quella per cui provede, bontà quella per cui commanda, bontà quella per cui ama, e quella per cui abborre, quella per cui ammette, e quella per cui rifiuta, e si rallegra conforme al sacro parlare, e si duole, e si adira e si pente, e si ricorda (a nostro modo d'intenderci) e si dimentica sol per bontà. Per bontà egli creò l'universo e per bontà lo conserva ne in tutto questo universo v'è di bontà una minima particella che non sia sua."

"Iddio è el buono, l'incomprensibile nella bontà."

"Ma il divin Verbo che assume carne non è forse l'imagine viva, e sostanziale della divina bontà imago bonitatis illius. Buon' per me Ascoltatori che io vi trovo caldi tuttavia del celebrato nascimiento del Redentore ed usciti non ha molto da quella spelonca avventurata che altra volta vi avrebbe atterriti, e tenuti da se lontani col suo squallore; ma che vedendola abitata de Lui vi dever aver' empiti d'inesplicabile tenerezza. Avete pur veduto il sereno suo sguardo, e lo stuolo degli Angeli de' quali altri portano il caro annunzio alle non sonnacchiose capanne altri rallegrano il monte el il piano con dolci canti, ed altri lo stan' rimirando di tanta bontà attoniti, e interneriti. Humliavit ecc...ut ad deum ecc. Apparuit benignitas ed humanitas Salvatoris nostri Dei."

(Sulla divina Bontà, Volume 7°, No. 19, p. 59-63)


La Carità:
Una è la fede, una la religione, uno l'Evangelio di Gesù Cristo. La carità sia il vincolo di dilezione fraterna, sia la bilancia delle operazioni dell'uomo, sia la guida al possesso beato del Cielo; e tanto più che suffragando voi le Anime Sante del Purgatorio, la religione vi manifesta i beni grandi che a voi ne derivano lo che vedremo nell'altra parte."

(Predica del Purgatorio,Volume 7°, No. 27, pp. 82-87)

Egli è certo che la Fede, il timore, la Speranza sono quelle prerogative, che accompagnandoci in questa vita mortale ci animano a viver giusti; la Carità poi è quella che a pieno colmando i nostri desiderii, colà, in quel felicissimo soggiorno arrivati, interamente possederemo. Ora Uditori ben attendete poiché qui sta la divisione del mio raggionamento. Nel Paradiso giunti, la nostra Fede sarà ricompensata colla visione chiarissima senza velo, il nostro timore col possedimento beatifico senza pena, la nostra speranza col perfetto godimento senza limite alcuno di un' tanto bene; e quindi avremo in noi la Carità, quale consisterà nell'amar Dio mediante la sua visione, mediante il di Lui possedimento, mediante il godimento, la gioja perenne che occuperà i nostri Cuori; voglio dire che vedendo Dio lo possederemo, possedendolo lo godremo, godendolo lo ameremo."
(Predica sopra il Paradiso, Volume 7, No. 33, p. 112)
"L'uomo è ad imagine di Dio; Dio è l'istesso ordine; e però la carità è il distintivo carattere dei figli docili di Dio."

"La Carità pertanto così industriosa nei mezzi è anche coraggiosa a superare gli ostacoliÖOh miseri tempi nostri nei quali, l'egoismo, l'audacia ecc. ecc. ha raffredato in tanti la carità."

(La Carità, Volume 16°, pp. 435-438)


La Conversione:
"Popolo mio che gran bene si è la Missione! Tratta essa del grande importantissimo affare di salvarsi. Questo è l'unico fine, per cui Iddio creò il cielo e la terra, questo è il fine della Redenzione la Salute dell'Anime. Mio Signore voi penaste fino ab eterno a noi, e noi quando sarà che pensiamo a voi? Ah vi ringrazio che mi date spazio di penitenza."

(Svegliarino, Volume 18°, p. 493)

La Croce:
"Oh Croce (viene la Croce) amatissima del mio Signore io ti benedico, e ti adoro. Largo pianto amo versar su di ti arbor decora el fulgida ornata regis purpura Tù sei la scala del Paradiso, lo scudo di difesa contro i nostri nemici, tù ci rammenti i trionfi di Religione domuit orbem non ferro, sed ligno, tù la nostra consolazione quaggiù e il motivo dei nostri gaudj in Cielo. O Crux ave spes unica ecc."

"L'amore, l'amore ha causato il vivo sudor di sangue nel mentre che sottratte erano le interne consolazioni, ed abbandonata l'anima di Gesù Cristo ad un mar di cordoglio."

"Popolo mio e chi potrà contener le lagrime... Gesù gronda Sangue per ogni dove; deh lasciate che in ispirito lo raccolga e con lagro pianto sugli occhi lo presenti al divin padre, e lo benedica, e lo adori. Maerentes oculi grada la Chiesa nel suo inno sulla passione di Gesù Cristo spargite lacrymas... spargete lacrime o fedeli... Per noi patisce Gesù.. Ed oh cuor duro di un qualche peccatore che non s'intenerisce, e commove! Deh Signor pietà per l'anima ostinata non convertita fin qui. Le vostre piaghe son tante bocche che gridano conversione. Venite sì o popoli venite, ed in questa sera Sacra alla memoria dei spasimi di Gesù Cristo applicatevi i meriti del suo Sangue divino Adstate maerentes cruci, pedes beatos ungite. Lavate fletu, tergite, comis, et ore lambite."

"Gli si configon le spine nelle tempie, gli si manifestano per ogni dove nella penetrazione del capo; e Gesù? E Gesù tace e soffre, prega, e pazienta, ed il Suo Sangue è il prezzo del suo amore."

"Amore gridano queste piaghe, amore le spine, amore il Sangue che versa... O Gesù Redentor nostro pietosissimo eccoci a vostri piedi umiliati, e compunti. Deh perdonateci o Padre per avere le tante (volte) riaperte coi nostri peccati le piaghe vostre adorabili."

"Si crocifigga un innocente, l'impolluto, il segregato dai peccatori. Crucifigatur...Accompagnatelo qual mansueto agnello che và a consumare il sagrifizio di amore, e qual Sacerdote insieme cha và a spirar sull'altare della Croce."

"S'inalbera la Croce, ed ahi vista lagrimevole. Se posa Gesù il capo ad essa le spine gli si approfondano se lo tiene piegato inverso la terra s'incontra con Maria addolorata...ed oh sguardi amorosi della Madre...oh sguardi del figlio!"

"O Maria rapitrice dei Cuori deh rapite i nostri Cuori all'amore di Gesù Cristo. Egli per amore ha dato la vita per me. Dilectus meus mihi, et ego illi."

"Ritorniamo sì alle nostre case ma deplorando i falli nostri, ed esclamando Viva il Sangue di Gesù Cristo per cui siam salvi; il Sangue di Gesù fù la mia vita, benedetta sì diciamolo insieme benedetta la sua bontà infinita ecc. Amen."

(Sulla passione e morte di Gesù Cristo, Volume 7°, No. 30, pp. 91-100)

"Uno sguardo o dilettissimi al Crocifisso, e queste piaghe, queste spine ecc. non vi fan che ripetere al Cuore = amore all'Anima tua. Il Signore fino ab aeterno ha pensato all'Anima nostra; nella pienezza dei tempi è addivenuto Redentore, e tutto si sacrificò per salvarci. Ed a noi rincrescerà un poco d'orazione, la frequenza di un Oratorio ecc."

(Ricordi, Volume 7°, No. 32, p. 107)
"Immaginiamoci d'essere in un Campo di aperta battaglia. Gesù inalbera il suo Vesillo della Croce, e con il suo piacevole ed amabile aspetto, e con la sua voce pietosa ci dice Venite ad me omnes ecc. Benché sia angusta, aspra e piena di contrarietà la strada che vi addito a battere, pur tuttavia di me fidatevi e sieguitemi gaudebit cor vestrum."

(Stendardi, Volume 7°, No. 54, p. 173)
"Le vostre piaghe me fan coraggio, le spine, i chiodi, il vostro Sangue divino m'infervora. Probitiaberis peccato me multum es enim."

(Svegliarino, Volume 18°, p. 493)


Le Croci:
"Oh quanti pochi san patire. Un fascio di legna ben assestato e raccolto si porta con facilità, e lo stesso fascio o sciolto o legato cascante di qua e di la difficilmente e con doppio dolore si strascina. Così le croci ecc."

"Un uomo senza croce oh in quanti pericoli trovasi mai. Che fa Iddio. Permette calunnie ecc. ecc. L'uomo umiliato si approfonda nel suo niente ecc. Davidde fra le delizie della sua corte pecca ecc. Ma dopo che permettendolo Iddio Assalonne gli si ribellò, così Davidde esclama bonum mihi quia humiliasti me ecc. ecc."

"Ditemi o Cristani il torchio nuoce alle uve. Non gia. Dapoiche sebene prema le uve, le discioglie però in vino dolcissimo. Ditemi la lima nuoce al ferro. Non gia. Poiché sebene lo roda lo rende però nitido. Il fuoco nuoce all'oro. Non gia perche sebene l'infiammi e l'investa lo purga però ecc. Guardate là quel legno destinato ad ardere lo vede un artefice, se ne invaghisce, e coi suoi istromenti lo riduce e converte in una Opera che rendesi degna d'ammirazione. Or se io interrogassi il legno se sia stato più contento ecc. Fabri polita malleo hanc saxa molem construunt, aptisque juncta nexibus locantur in fastigio."

(Riforma 5., Volume 7°, No. 13, p. 34-36)

"Quand'anche la nostra vita fosse per durare per migliaja d'anni nelle tribulazioni, e patimenti non sarebbe non ostante proporzionato il merito di quella gloria, ch'è immensa, eterna, infinita. Che sarà dunque, essendo sì breve questa vita, sì breve, e passeggiera ogni nostra pena? Qual sarà dunque Croce, o interna, o esterna che possa parervi pesante in prospettiva di questo sì bel pensiero del Paradiso? E dopo un breve patire vi si darà un eterno godere? Qual gusto poi sarà di un Beato nel dire, son quì una volta in porto, son pur finalmente in salvo! Oh per quante tempeste ho navigato! In quanti pericoli, in quanti cimenti mi son trovato. Quanti nemici ho avuto da vincere! Grazie al Cielo, tutto si è superato, tutto si è vintoÖGodiamone ora il frutto per tutta l'eternità."

(Croce, Volume 18°, p. 494)


Il Cuore Aperto:
"Dentro questo io sono risoluto di fare la mia continua dimora per adorare in esso quelle preziose goccie di Sangue, ed Acqua che per mio amore versaste, e per ringraziarvi d'avermi lasciato aperto il vostro adorabile Costato sicuro porto di salute pei peccatori, soave rifugio pei miseri che vanno navigando per l'infido mar della vita."

(Novena del sangue ed acqua-Opuscolo, Volume 13°, pp. 265-266)

"Adoro mio amoroso Signore il vostro amabilissimo seno sicuro rifugio in questa valle di pianto, e per iI meriti del Sangue, ed Acqua che da esso uscì, vi prego a farmi morire tutto a me stesso, a vivere solamente a Voi eterna mia vita."

(Novena del sangue ed acqua-Opuscolo, Volume 13°, pp. 267)

"Adoro, mio Glorificatore in eterno, il vostro bel Cuore che arde sempre in incendio di amore, e per i meriti del Sangue, ed Acqua che da esso uscì, vi prego a darmi l'ultimo ed il massimo de' doni, cioè il dono della perseveranza, acciò possa venire con voi a cantare le vostre infinite misericordie per infinita saecula saeculorum. Amen."

(Novena del sangue ed acqua-Opuscolo, Volume 13°, pp. 268)


La Direzione Spirituale:
"Ma questa scienza dei Santi non s'acquista senza applicazione, né è il lavoro di un giorno, ma di tutta intera la nostra vita. Venite adunque o Anime che bramate sinceramente la santità alla scuola del Crocifisso, quivi acquisterete quella celeste cognizione di Dio, che vi renderà nauseate del Mondo, e zelanti della gloria del sommo Bene."

(Direttorio, Volume 13°, p. 359)

"Chi fabbrica infatti ritoglie da prima gli ostacoli, e gl'impedimenti all'edifizio, scava perciò opportunamente la terra affine di poter collocare le pietre fondamentali dell'edificio stesso, e su di esse erger la fabrica che si è disegnata."

(Direttorio, Volume 13°, p. 361)

"E' fuor di dubbio che il corpo influisce nell'anima, sebbene precisamente se ne ignori il modo. E siccome è diversa negli'individui la costituzione del corpo, così è diverso l'influsso che ha collo spirito. Da questa diversità d'influenza ne risulta del pari la diversità dei naturali, ossiano temperamenti degli uomini, e la cognizione di essi è necessarissima al Direttore, affinché l'anima non si abbandoni a vani timori, né perdase per soverchia fiduciaÖ

"Öma parliamo quì della necessità di conoscere questo influsso nell'aspetto ascetico, il quale consiste in raccogliere come la diversità dei temperamenti si opponga alla speditezza dello sviluppo dello spirito, relativamente alle operazione dell grazia.

"Per quanto siene fra di esse diverse le vie del Signore per le quali chiama un'anima a camminare nella perfezione, si restringono poi a queste due: - reprobare malum, et eligere bonum ó ch'è quanto dire essere due in ultima analisi le vie suddette, il timore, e la fiducia."

(Direttorio, Volume 13°, pp. 362-363)

"Io sò che la grazia deve colla docilità della corrispondenza dirozzare, e nobilitar la natura; so che in questo è riposto a così esprimermi il midollo della sostanzial santità; né ignoro che I respettivi naturali da assoggettarsi all'impero della fede aprono il gran campo a percorrersi nelle vie della virtù: ma non è questa operazione di un giorno; ma è il lavoro lungo della perfezione continuata della nostra vita, né il Direttore potrà esigere da un incipiente ciò che è proprio di un proficiente: ed è però, che la sua cura, e diligenza dev'essere rivolta ad illuminar l'intelletto dell'anima che si dirigge, e farle così gustare la necessità che v'è di vincer noi stessi, quindi proporzionarle i mezzi, prevenirla sulle difficoltà, incoraggirla negli sbigottimenti, o soverchi timori, non rattristarla se talvolta manca di prontezza in questa Lotta, ma con mano compassionevole sorregerla, animarla, e riempirla di sentimenti religiosi di fiducia in Dio che cognovit figmentum nostrum, secondo avverte il Profeta.

"ÖE siccome il naturale non si vince secondo si è detto in un giorno, così il Direttore non esigerà dal suo penitente se non quello ch'è proporzionato alle forze di spirito fin qui acquistate. I mezzi poi da usarse per crescere nella vittoria e non ritardare le operazioni della grazia, saranno nel modo, e mirsura adattate al soggetto a cui si applicano, ma in genere si ridurranno a far conoscere che l'uomo non deve abbandonarse al naturale fisico, ma che l'ordine morale deve prevalere; gioverà anche arrecar gli esempli dei Santi."
(Direttorio, Volume 13°, pp. 365-367)

"Chi fa viaggio in mare, allorché il mare è tranquillo, gode in singolar maniera di quella calma che regna. Ma in tempo di calma convien saper prevedere le burrasche, che all'improvviso si suscitano. L'attento piloto no dovrà perciò trascurare quei mezzi che atto lo rendono a condurre a salvamento la nave ad onta dell'impeto delle tempeste. Or così un Direttore in tempo di consolazioni cessar non deve di preparar l'Anima ai contrasti, facendo ad essa rilevare, che siccome il valor del piloto in tempo di burrasca segnatamente distinguesi, così ancor noi distinguer ci dobbiamo nel zelo della virtù, allorché la virtù stessa è richiamata alle prove."

(Direttorio, Volume 13°, pp. 372-373)

"Dà l'anima uno sguardo al Crocefisso, e vede il diletto sagrificato per amore."

(Direttorio, Volume 13°, p. 375)
"La Croce, si adunque la Croce regni nel nostro cuore, si manifesti nelle nostre opere, mentre se fuggendo la Croce, e abbandonandosi ai sfrenati appetiti si addiviene miseri, ed infelici, e si patisce senza conforto, nella Croce si troverà pace, e salute."

(Direttorio, Volume 13°, p. 377)

"Öche la scelta del Direttore è frutto di Orazione, e di consiglio; ma trovata poi, che si abbia la guida, nella quale concorrano quelle tre doti, o prerogative indicate nelle parole del Salmo Bonitatem, disciplinam, et scientiam, no deesi variare a talento, e così cader poi in agitazione, e perder la pace."

"Abbiate, O Anima, gran schiettezza, e sappiate, che la sincerità del cuore è la base di vostra santificazione."

"La scala di Giacobbe non v'ha dubbio è un immagine della metodica direzione, che a gradi fa salir l'anima alla perfezione. Di questa però ci serviremo nel seguente paragrafo a condur per mano il Direttore nelle vie di santità; ed avvertasi che tale immagine scritturale giova e per gl'incipienti, e per i proficienti e per i perfetti, che anelano a gradi sempre maggori di perfezione. Giova quindi il richiamare a memoria quella divina allocuzione, colla quale dice il Signore, che l'uomo giusto si propone di ascendere ogn'ora più a magior santità."
(Direttorio, Volume 13°, pp. 382-384)

"Il Direttore che è guida dell'Anima dee conoscere, che l'Anima vuol esser condotta, dirò così, per mano ad adempire la volontà del SignoreÖUn sacro Ministro a cui Iddio affidò I più teneri oggetti dell'amor suo, oh come dee zelare nel procurarne, il vero bene, e factus omnia omnibus, omnes Christo lucrifacere. Attendasi pertanto alla scala gradatoria, che ora si propone."
(Direttorio, Volume 13°, pp. 384-385)

"Il primo grado di questa scala mistica chiamasi grado di separazione, in quanto che il Direttore per radicare il bene in un anima per esempio incipiente separar dee ciò che ne forma in essa ingombro, ed imbarazzo. Un medico che assiste un infermo gravato di su prima ingerenza rileva essere l'occupazione di separare ciò ch'è causa della gravezza del maleÖIn tutto però adempie con carità e posatezza quanto basti a formare dell'infermo un adeguato giudizio."

"Ma a questo primo grado già intanto va in relazione il secondo che chiamasi di proposizione. Il medico all'infermo sa suggerirgli un rimedio più tosto che un altro, e ne adatta la dose, e ne limita più, o meno l'uso, e ne varia se occorra l'applicazione sostituedone un altro. Ora così andrà il Direttore proponendo l'uso di quei mezzi, che facilitano la guarigione, e come il medico con replicate visite esamina, e veglia sul'infermo; così non cesserà il medico spirituale di parlar spesso di cose sante col suo infermo, d'insinguargli l'abborimento al male di produrgli esempj opportuni. Veglierà nell'orazione affine di riuscire nell'intento. Saprà proporgli quelle regole, che scoprono gl'inganni del demonio nemico della conversione delle Anime. Gli proporrà come fa il medico stesso nella sua cura, un metodo di vita proporzionato alle forze di spirito, che ha in adesso l'anima, onde corroborarlaÖIl Diretore la sollevi per lo contrario a sperare in quel Dio, che nella nostra miseria costituisce lo scabello del trono di sua misericordia."

"Su tali traccie vedrà l'anima, che solo a punta di spirito, secondo la frase Salesiana, quanto basta cioè a sostener pazientemente la cura, opera il bene, ed eccoci al terzo grado di questa scala, la Cristiana sofferenza nell'uso dei mezzi proposti."

"Or mentre si vede l'anima a questo grado per la grazia di Dio, e nostra respettiva cooperazione il Direttore la preparerà a far passaggio al quarto grado che consiste nell'operare, e far uso dei mezzi proposti non solo patienter, ma eziandio libenter. Avverta di non esigere però più di quello a cui in presenti l'anima vedasi proporzionata. A gradi a gradi si riuscirà nella compita guarigioneÖSente (l'infermo) intanto gli effetti della pace nel cuore, gusta della mentale orazione, acquita forze di spirito, si destano nobili desiderj, che il Direttore sa poi e regolare, e dirigere, ed ecco che sentendo ognora più la voce del diletto nell'anima, confortata eziandio dall'esterior ministero dal quarto grado di questa scala passa al quinto ch'è inteso nella parola guadenter. Non solo volentieri fa il bene, ma lo fa anche con gaudio, con esultazioneÖ Piange insieme per amore sulla vita passata, cresce il dispiacere di aver disgustato un Dio amabilissimo; ma queste lagrime non restringono il cuore, ma lo dilatano mirabilmente. Già si solleva a pensieri altissimi di Religione, e meditando, va l'anima rintracciando il modo onde vieppiù unirsi a Dio. Ma tutto ciò non si verifica, che per la pratica delle virtù, che per lo studio del Crocifisso, che per via di palme, e di trionfi da riportarsi; e già confortata dalla grazia di Dio l'anima sale al sesto grado che chiamasi d'intrepidezza nell'operareÖ Un monte ho come ha stabili le sue basi; tale è la fermezza, che acquista un anima ben diretta nel servigio di Dio. L'infermo di cui parlavamo giunto a guarigione, e riacquistata la sanità, presenta ilarità non solo, ma eziandio intrepidezza a quella prescrizione di vita, che lo allontana dalle ricaduteÖMa già la fiamma dell'amor di Dio opera cose mirabili, e dalla intrepidezza si passa al settimo grado ch'è appunto il zelo, che acquistasi per la propria perfezione, e perché Iddio sia amato dagli uominiÖ Il zelo è l'ardor della carità. Ma chi può spiegare bastantemente l'aumento di questo ardore in un anima che attende a Dio, che in Dio trova le sue delizie, di Dio è sitibonda, e mentre beve a questa fonte inesausta di ogni bene, sempre più ha sete di amare chi è degno di amoreÖ La guarigione nell'infermo produce il zelo nel render cauti mercé i suoi avvisi tanti, e tanti dei suoi prossimi, onde non cadano nell'infermità da lui sofferta. Il zelo dell'onor di Dio costituisce l'anima in un santo impegno di verificare il testo di Davidde in quel modo si conviene ó Docebo iniquos vias tuas et impii ad te convertentur. Mai lascia o depone frattanto l'arma dell'orazione, conosce l'umana fragilità, e non si fida delle proprie forze. Cuata e vigilante adempie tutto ciò che rendesi necessario ad esser nel numero di coloro, dei quali è scritto: Beatus servus, quem cum venerit Dominus ejus, invenerit sic facientem."

(Direttorio, Volume 13°, pp. 385-389)

"Ama il Signore di condurci, o anima, nella sua cella vinaria, e quivi vuol Egli perfezionarci nell'amor suo, fino ad addivenirne santamente ebrii. Prende Egli l'immagine di una cella per indicarci quanto ami il raccoglimento di spirito, affine di poter gustare di quel vino misterioso, che simboleggia l'amor santo, e divino. Il vino temporale toglie il languore nello stomaco, e rinfranca le forze del corpo; il vino mistico di spirito toglie la languidezza nella vita devota, e ci da forza a mantenerci vigorosi nell'operare il bene. Laddove però il vino temporale esigge moderazione, e sobrietà, il vino celeste desta in noi una brama salutare di addivenire ebrii di esso. Ed oh beato chi sempre in ogni istante del suo vivere mantiene questo interno ritiro nella mistica Cella, e talmente si addestra ad operare con zelo, di cui parlammo poc'anzi, per la gloria di Dio, che mai però dimentica questo luogo santo di celeste mansione, questa Cella avventurata dell'amabilissimo cuor di Dio."
(Direttorio, Volume 13°, p. 390)

"Io so bene che a tal maturità di virtù non si giunge in un giorno; ma questo appunto è ciò, che impegna i nostri cuori a desiderarla con alacrità, e a farne acquisto con zelo. Giunti poi che ne siamo al possesso, ognum ben vede qual vigilanza richiedasi a mantener questa Cella in buon ordine, a perfezionarla, ad abellirla cercando la nostra, e l'altrui santificazione, in che è riposta la legge santa di carità."

(Direttorio, Volume 13°, p. 391)

"Racchiusa l'anima nella mistica Cella si è ben livellata al sistema di pace, ma in questo santo raccoglimento Dio la va alimentando del pane celeste di vita eterna, cibo sostanzioso, che dilata lo spirito, e le rende capace di maggior perfezione. Medita intanto le divine cose, ed in queste trova la sua felicità."

(Direttorio, Volume 13°, p. 392)



L'elemosina:
"Il divino Spirito così disse d'una pia donna che dispensava larghe limosine - Ella aprì le sue mani al bisognoso e stese al povero le sue braccia. Ma che rincompensa ne ricevette? Per verità molte benedizioni che possono legersi nel Sagro Testo; e tra le altre una è questa Et ridebit in die novissimo. Ed ella riderà nell'ultimo giorno cioè a dire quando altri piangeranno, e saranno afflitti nel giorno della lor morte, ella si rallegrerà, e starà contenta."

(L'elemosina, Volume 7°, No. 25, p. 78)



Esercizi: Ricordi:
Nel giorno ultimo degli esercizi si provò che il Cristiano dee sforzarse nel mantenersi ecc. e i ricordi furono
Non disprezzar' le cose piccole
Divozione a Maria
Meditazione frequente della Passione di Gesù Cristo.

(Ricordi, Volume 7°, No. 11/2, p. 27)


La Eucaristia:
"Siccome una fornace fa conoscere l'ardore, ch'essa contiene alle vampe che manda fuori, così questa immensa carità si fa conoscere qualche poco al tempo in cui Cristo istituì questo Sacramento, al modo d'istituirlo, alle difficoltà che superò per questa istituzione. Il tempo fù quell'istesso nel quale gli uomini pensavano a dargli una crudelissima morte, e allora fu ch'egli si dispose a dar loro questo cibo di vita, trovando maniera di rimanersi con noi; quando i suoi nemici più che mai tentavano di levarlo dal mondo pridie quam pateretur.

La maniera per cui ci viene donato è sotto specie di cibo per divenire nostro sì fattamente che come non v'è arte che possa separare dalla nostra sostanza quel nutrimento, così non vi sia ne arte ne forza che possa separarci da Lui.

Superò le difficoltà, mentre prevedendo un cumulo di strapazzi d'irriverenze ecc. pur si dispose a tollerare ogni cosa per giungere ad unirsi colla nostra Anima; e quel ch'è più a questa tolleranza medesima aggiunse i desiderj, e desideri veementissimi, ladove per venir al mondo ad incarnarsi si fece desiderare ed aspettare per tanti secoli ora per venire nel vostro cuore sollecita con brama degna sol del suo cuore."
(Sulla Santissima Eucharistia, Volume 7°, No. 52, p. 166)

"L'altro ufficio che sostiene un fedele mentre sta presente alla Messe è di Offerente. Il figliolo di Dio oh quanto ci ha amato nel renderci così capaci di presentare al Padre il Sangue Prezioso versato per noi. "

"Unus panis, unum corpus multi sumus, omnes qui de uno pane participamos (S. Paolo 2. Cor: 10). Tutti siamo un pane, ed un corpo quei che partecipiamo d'un istesso pane. Dice S. Agostino che Gesù Cristo istituì questo Sacramento sotto la specie di pane e di vino per dinotare che siccome il pane si fà di molti granelli di fermento, i quali si uniscono in uno, ed il vino di molti grappi d'uva, così di molti fedeli che si communicano e partecipano di questo Sacramento si fa un corpo mistico."

"Ecco Gesù vite misteriosa, e noi siamo i tralciÖL'Eucaristia fortifica, dà vigore ecc."

"Nella grotta di Betelemme si rese maestro di disprezzo del mondo; ma in questo tratto di Evangelica istoria si rende maestro di ciò che far dobbiamo, onde esser grati al Signore. Il nostro Cuore è il Cenacolo, e chi partecipa di questa mensa ognora più presenta questa ampiezza di cuore, e adorna questo Cenacolo, ecc."

"Anche colla Comunione spirituale il mio cuore si dilata, s'infervora, s'incoragisce. S'imparano le virtù le più sublimi mentre umiliato sotto le Eucaristiche specie il Signore ci fa conoscere quanto dobbiamo amare la vita interna ecc., l'umiltà, la pazienza, la carità. Ci dimostra quanto egli operi per noi, mentre e prega ecc. Or ecco i gran beni di cui partecipiamo in qualunque rapporto ci consideriamoÖ"

"Redemisti nos domine in sanguine tuo, et fecisti nos Deo nostro regnum, e mentre vedremo Gesù glorioso in Paradiso, nel baciar le sue piaghe ma luminose di gloria oh qual soavità sarà per noi l'imprimer sù d'esse i più teneri baci. Oh mio Signore e chi non vi amerà? Chi non si sentirà rapito dalla carità vostra infinita. Ah cambiateci il nostro cuore cosiché addivenga come la cera che si liquefà d'appresso al focolareÖDal Santo Altare vibrate dardi d'amore al mio cuore; cosiché io non mi sazi di esclamare."

(Messa ó Partecipazione alla Santa Messa, Volume 16°, p. 480-483)


"Volle inoltre un Cenacolo ben preparato Coenaculum magnum, et bene stratum. Ma come direte voi Gesù era nato sulla paglia ecc. ora và a spirare sul Golgota e pur richiede un Cenacolo grande, e ben preparato. Eccone il mistero. Il Signore operava da nostro maestro, e volle perciò indicarci che il nostro cuore dev'essere ampio e ben preparato. Ed oh si scires donum Dei ecc."

(Pensieri sulla Ss.a Eucaristia, Volume 18°, p. 505)

"Allorché il Glorioso S. Filippo Neri ricevé il S. Viatico, nel vedere entrare dentro la sua Camera il SS. Sacramento, con gran gioja e festa esclamò = Ecco l'amor mio ecco l'amor mio ecco l'amor mio. Ah se noi amassimo da vero Gesù Sacramentato ogni volta che noi miriam il SS. Sacramento ossia quando lo vediam esposto sull'altare a publica venerazione ossia quando lo riceviamo nella S. Comunione, esclameremo ancho noi = ecco l'amor mio.

"Nel sapere che in questo giorno si danno al SS. Sacramento tanti onori, nel sapere che viene portato con tanta pompa e con sì solenne apparato per le pubbliche strade processionalmente in tutto l'Orbe Cattolico, noi ancora esclameressimo per la gioja = Ecco l'amor mio che in quest'oggi viene tanto onorato, che da per tutto riscuote omaggio, onore, gloria, e venerazione. Viva sempre ed in eterno il SS. e divinissimo Sacramento. Viva sempre l'amor mio Gesù Sacramentato.

"Ma perché non amiamo con tutto l'affetto del nostro cuore Gesù Sacramentato non formiam verso Gesù Sacramentato questi sensi di tenerezza, di amore e di divozione. Oh Dio e fino a quando sarem noi così ciechi, così insensati, e fin a quando vivrem in questa tiepidezza, e freddezza? Quando sarà che il nostro cuore sarà tutto di Gesù Sacramentato? Quando sarà che tutti ci distruggiamo di amore verso di un Dio che tanto ci ha amati, cha ha voluto lasciare tutto se stesso in quest'ammirabile Sacramento, e giungere perfino a quest'eccesso di farsi cibo perfino delle anime nostre. Ah deh! sia questo il giorno, in cui l'amor di Gesù tironfi in tutti i nostri cuori. Sia questo il giorno, in cui ci diamo tutti a Gesù, come Egli tutto si dona a noi. Via su dunque prima di accostarvi in questa mattina alla S. Comunione, offrite tutto il vostro cuore a Gesù, donatevi tutti a Gesù, e nel mostrarvi la Sacrosanta Particola, ripetete pure per trasporto di affetto come S. Filippo Neri Ecco l'amor mio, ecco l'amor mio. Viva Viva ecc. Ecco che viene dentro di me per consolare l'anima mia, per arricchirmi di tutte le celesti ricchezze, per addivenire una medesima cosa con me. Ecco l'amor mio, oh giorno per me felice, o visita di Paradiso, oh me felice e fortunato.

"Ma come potrò io aver ardire di presentarmi dinanzi a voi, di ricevervi dentro di me voi che siete un Dio d'infinita grandezza, io creatura miserabile, io creatura meschina, verme, io piena di tante imperfezioni. Ah! giacché volete degnarvi di venire dentro di me, purificatemi voi prima l'anima mia; mondatela da tante macchie di peccati, da tanti difetti = a peccato meo munda me."

(Fervorino per la Comunione nella Festa del Corpus Domini, Volume 19°, p. 521-522)


La Gioventù Cristiana:
"Vuole il dovere che l'età giovanile come la più adattata a grandi imprese per la gloria di Dio, a lui tosto si doni."

"Oh quante grazie Dio specialmente concede in gioventù, affinché ben si fondi la casa spirtuale ecc."
(Divozione nella gioventù cristiana, Volume 7°, No. 20, p. 64-65)


La Giustizia:
"1. Render la mercede agli operarj, e i servi esattamente eseguirne i pesi
2. Unirvi un poco di carità essendo i dipendenti i primi poveri, e i servi unirvi benevolenza di cuore
Consiglio ed istruzione morale sui servi, docilità in essi nel profittarne, e fortezza nel non ubbidir mai in ciò ch'è peccato."

(Doveri dei padroni e dei servi, Volume 18°, p. 497)

La Imprudenza:
"Fabricare senza prendere le misure, imbarcarsi senza biscotto sono tutti difetti di providenza che mettono in veduta il sciocco operare di quegli uoimini che si mettono ad un impresa o di necessità o de elezione senza i mezzi convenienti ad ottenerne il fine. Tra i fini che uno si propone alcuni sono particolari un solo è universale. Fini particolari sono lo stato di vita che uno si elegge, l'impiego cui si applica, il buon governo della casa, e della famiglia ogni impresa di qualche considerazione; il fine universale, e principale è la beata felicità per cui tutti siam fatti. Or per venire finalmente al punto. L'imbarcarsi senza biscotto, e il fabricare senza contante altro non è che proporse qual si sia di questi fini senza provvederse di' mezzi che vi bisognano. Ora convien qui rammentarci che nisi dominus aedificaverit domum, in vanum laboraverunt qui aedificant eam."
(Riforma 6, Volume 7°, No. 14, p. 37-38)


Maria:
"Un duplice Amore angustia e addolora il Cuor di Maria. L'amor del figlio innocente e crocifisso le arreca un martirio ineffabile. L'amor dell'uomo peccatore che si redime, le arreca un matirio che non ha pari. A guisa di una nave in tempesta che in mezzo a due venti contrari quindi esposta nell'istesso tempo spinta e risospinta è costretta a stare immobile."

"1. Madre desolata
Madre pietosa; o ch'è lo stesso il duplice affetto e verso Gesù, e verso di noi è veramente quella spada ecc. e la costituisce Regina dei Martiri."

"Ne rimarrete persuasi con riflettere che siccome la spada che in bocca all'Agnello vide Giovanni feriva (Apoc. 1.) a due tagli, così l'acciaro crudele che da Simeone predetto trafisse Maria oltre il trapassarle con dolore acuto lo spirito in ruminando di Gesù le pene le trafisse con dolor tenero il cuore in vederle. Dopo aver Ella seguito lungo tratto Gesù dietro la traccia del suo sangue, piena la mente della triste idea dei di lui strazi, s'apre tra la folla dei suoi nemici la via, e va a prender posto rimpetto a lui, fatta in uno delle crudele scena e spettatrice, e settacolo."

"Ed oh come questa costanza mi porta a rammentarmi della donna forte ecc. Mulierem fortem quis inveniet? Quasi dell'uomo solo sia proprio patrimonio il valore. Ma di Maria ecc. Difficlmente troverem noi in uomini intrepidi peraltro ai vari casi dell'umana vita esempi pari di fortezza a quelli che diede questa gran donna." ...

"Assai più forte Maria sta immobile a pie' della Croce. Voi Angeli della pace piangevate ed Ella sosteneva intrepida la vista del figliolo eran gli occhi pietosi, ma pieni di maestà, era dolente il ciglio ma senza lagrime, affinché alla grandezza di nostre colpe che non puro male corrispondesse l'immensità delle sue pene che fossero puro dolore. Quindi nel punto che per compassione di Gesù redentore se le affacciavano agli occhi minute stille annunziatrici di gemiti, l'amore dell'uomo redento accorreva sollecito ad impedire che non le scorressero per le pupille. L'amor di Gesù le inteneriva el cuore, l'amor dell'uomo le tratteneva il pianto; quello facea che penasse, questo che non si curasse sgravarsi di un dolore che l'uomo amato redimea. Stantem non flentem (Ambrogio). Diede l'eterno Padre con eccesso di carità il suo figlio a noi; diede Maria con impeto di tenera dilezione il proprio figliolo per noi."

(Dolori di Maria SS.a Volume 7°, N° 3, p.7-12)

"Maria prega, Maria intercede. Che altro farem noi in questi giorni se non se applicare I meriti del Divin Sangue? Deh nell'assistere al Divin Sagrifizio pensate al gran bene della redenziones, e grande ne sarà il frutto a prò vostro. O Maria assisteteci in vita, in morte, e siate il nostro gaudio in paradiso."

(Fervorino mariano nella Missione di Supino, Volume 7°, No.36, p. 151)

"Maria ci rende cari a Dio ed al prossimo. Cari a Dio col richiamarci all'alleanza, o confermandola ecc. se già si possiede. Foedereis arca; cari al prossimo col promovere la pace in tutti, insinuando=spirito di compassione, spirito di discrezione, spirito di liberalità vero del prossimo."

(Mese di Maria SS.a, Volume 8°, No. 55/11, p. 184)

"Maria mistica Casa d'oro, e perché degno abitacolo del Divin' Verbo nel gran' mistero ecc. e perché in Lei sono tesori di celesti operazioni, e perché le grazie che noi desideriamo Maria le dispensa.

"Ora conviene a Lei far ricorso; ed oh chi può ridire come il cuor' nostro addiviene una mistica miniera per l'Orazione che ci appresta quel mistico oro della grazia per noi."

(Mese di Maria SS.a, Volume 8°, No. 55/12, p. 185)

"Maria desiderosa che sia conosciuto, amato, glorificato Gesù."

(Mese di Maria SS.a, Volume 8°, No. 55/13, p. 185)

"Maria fù la prima che adorò il gran' mistero della Incarnazione del Verbo, operato nelle viscere Sue, credette all'opera dello Spirito Santo ecc.

"Dice S. Ireneo che quel danno che fece Eva con la sua incredulità, Maria lo riparò con la sua fede.

"Eva, dice Tertulliano perché volle credere al serpente contro di quello che aveva detto Iddio apportò la morte ma la nostra Regina credendo alle parole dell'Angelo sull'essere Vergine Madre recò al mondo la salute."

(Mese di Maria SS.a, Volume 8°, No. 55/15, p. 186)

"Per ogni anima adunque è causa di allegrezza perché ci mostra Gesù; ripara le perdite causate da Eva, intercede per tutti; per tutti è propizia."

(Mese di Maria SS.a, Volume 8°, No. 55/16, p. 187)

"Maria la più amabile, la più amante. Così vuole I suoi figli. Amabili per virtù, onde essere sempre più amati, e sempre più amanti di bene."

(Mese di Maria SS.a, Volume 8°, No. 55/18, p. 188)

"Volendo far' del bene conviene patire. Necessità, utilità, gloria dei patimenti. Ma Maria è consolatrice nostra, perché ci presenta i suoi esempj, ci assicura della sua assistenza; ci anima coi suoi Trionfi,e con la memoria del Paradiso."

(Mese di Maria SS.a, Volume 8°, No. 55/19, p. 188)

"Vuol' Maria che si profitti del prezzo di Redenzione."

(Mese di Maria SS.a, Volume 8°, No. 55/25, p. 190)

"Le lettere del nome di Maria
M - misericordia
A - amor' di Dio
R - remissione dei peccati
I - illuminazione della mente
A - acquisto della grazia e della gloria.

(Mese di Maria SS.a, Volume 8°, No. 55/26, p. 191)

"In hac mansione sette sono i motivi della divozione a Maria SS.a (nell'applicazione delle sette Colonne)
La Creatura la più amata
La Madre di Gesù Cristo
La Creatura che ha più meriti ecc.
La Creatura che è data a noi per Madre
La Creatura ch'è terribile al demonio
La Creatura così venerata nell'ordine di providenza
Gli offici di Avvocata, di Pastora ecc. che per noi esercita.

(Mese di Maria SS.a, Volume 8°, No. 55/27, pp. 191-192)

"O Madre mia Maria deh che un giorno io vi veda in paradiso. Vi sien care le nostre Anime che collochiamo sotto il manto del vostro velevole patrocinio, mentre invochiamo il vostro nome."
(Fervorino alla Madonna delle Grazie, Volume 18°, p. 492)

"Popolo mio ecco cosa dee fare chi si conosce reo del turpe vizio della incontinenza e disonestà. Ricorrere a Maria, e sperar per di Lei mezzo quell'intima penetrazione di dolore, per la quale ci salverà in eterno."

(Esempio mariano, Volume 18°, p. 500)

"Una Madre amorosissima specchio di giustizia, e di santità una madre Avvocata insieme de' peccatori, scala e porta del Cielo, torre munita di difesa, arca dell'alleanza, degli afflitti la consolazione, dei tiepidi il conforto, degli amanti la maestra è il sogetto del nostro dire in questo mese, che a di Lei onore consecriamo. La primavera è la stagione fiorita, e la terra si ricopre di variopinti fiori, e le piante si rivestono di foglie e di frutta, e la natura presentasi in un aspetto vago, e ridente in modo che non possiamo a meno di non esclamare quam magnificata sunt opera tua domine."

"Lungi da noi la colpa, lungi il nemico insidiatore del beneÖcelo e terra risuoni delle lodi di Maria, e fin da ora esclamiamo noi siam figli di Maria. Viva Maria ecc."

(Fervorino per l'inizio del Mese Mariano, pp. 501'502)
"1. Grande nei doni, e prerogative
2. Grande nelle virtù, e nei meriti
Grande nell'autorità, e patrocinio."
(Maria SS.ma, Volume 19°, p. 531)

"Il Verbo Divino fatt'Uomo avea sublimata sopra tutte le Creature la sua SS. Madre onde conveniva che sopra tutte venisse custodita nell'animo, e nel corpo; ma poiche nel Calvario non vi era alcuno degli Apostoli e perche solo Giovanni era stato dolente Spettatore di vilipendj sanguinarj, degli obbrobrj, e de vituperj della Croce, ad esso lui raccomandò l'agonizante Redentore la sua dilettisima Genitrice elegendola successivamente Giovanni per sua Madre."

(Apostoli Pietro e Giovanni, Volume 19°, p. 548)


La Meta Finale:
"Fabrichiamoci dunque una Città e una Casa che metta capo in Cielo. Colà su ognuno abita come il popolo d'Israele al tempo di Salomone Sub ficu sua, et sub vite sua. Ognuno ha casa propria fabricata da lui, ognuno ha giardino da lui piantato. Ma se non pensiamo a buon ora e posatamente alle spese che vi bisgonano sedens prius cogitat come ecc. Ah guai a chi non si addestra in adesso."

(Riforma 6, Volume 7°, No. 14/1, p. 38)

"Se pensa, pensa da Dio, se ama ama da Dio, se opra, opra da Dios; da Dio ha la mente da Dio ha il Cuore, da Dio il braccio, da Dio la voce, da DioÖ oh quanto ancor beggo in questo trasformamento divino!"

(Predica sobre il Paradiso, Volume 7, No. 33, p. 117)


La Santa Missione:
"Ma qual mezzo può esservi più efficace a scuotere iI peccatori dal profondo sonno che li aggrava, ad incoragire i tiepidi, ad animare i pusillanimi a vieppiù santificare i giusti, che il promuover nelle nostre Diocesi le Sante Missioni? Consolatevi o Venerabili fratelli, o figli diletissimi dell'anunzio di pace che l'enunciato ministero vi arreca! Di tutti i Cuori si formerà un Cuor solo nell'adorabile Costato di Gesù Cristo. Il Sangue dell'Innocente Agnello ci riconcilierà coll'eterno divin Genitore, e il fuoco santo del Amore di Dio purgherà così le nostre Anime, che addiveranno fornace ardente di Carità."

"Preparatevi ai Santi Esercizi che riceverete nei giorni di salute che vi annunziamo, cooperate a promuover istancabilmente la maggior gloria di Dio affine di corrispondere alla vocazione Santa del Sacerdozio. Ogni classe di persone sarà coltivata colla voce divina, come meglio vedrassi in pratica, ma principalmente preghiamo Iddio o Venerabili fratelli per noi stessi a cui al termine delle Missioni rimarrà affidata la Vigna di Gesù Cristo rinnovellata dal Celeste Agricoltore, affinché armati in special modo di fortezza e coraggio, si vegghino corrisposte le divine intenzioni di quegli cui honor, et gloria in saecula saeculorum. Amen."

(Notificazione della Missione di Terracina del 1819, Volume 19°, p. 556-558)


Natività di Maria SS.
"E' certo che l'Anima de Maria fù l'Anima più bella che Dio creasse, anzi dopo l'incarnazione del Verbo questa fù l'opera più grande e di se più degna che l'Onnipotente facesse in questo mondo=opus quod solus deus supergreditur."

"Non è per Lei per cui compiesi l'augusto mistero dell'incarnazione dell' Verbo eterno? Non è per Lei che ottenghiamo beneficienze, e favori? Non nasce Ella eletta madre di Dio, ed insiem' madre nostra, nostra mediatrice, nostro rifugio, nostra Avvocata? Oh giorno di esultazione! Oh pensieri di Paradiso ecc. haec dies quam fecit dominus exultemus et laetemur in ea."

"Riflettete però a quel diligentes. Maria vuol ricolmarci col suo nascere di grazia, ma vuol da noi amore, vuole il nostro cuore, i nostri affetti ecc. Li negheremos noi forse a tanta Madre? Ah no ecc."

(Natività di Maria SS., Volume 7°, No. 5, p.16-17)

I Nobili:
"Meditazioni
Buon uso del tempo
Amare, Studiare, Imitare Gesù Cristo
Pace di chi si affezziona a Dio ossia amabilità del divino serviggio."

(Esercizi per i Nobili, Volume 8°, No. 59/3, p. 203)


Il Pentimento:
"Ecco che viene, ed entra dentro l'addolorata amante, e girando in un baleno d'intorno l'occhio acceso, e lacrimoso di primo incontro s'incontra, e vede; ahi vista! Vede fra tutti Gesù, che pur fra tutti solo è l'offeso; solo Gesù le fa buon occhio, le mostra buon cuore. A quel primo sguardo pietoso di Gesù ebbe a morire di puro amore Madalena, e trafitta nel cuore gli cade a piedi, e per non perdere più il suo smarrito, e ritrovato bene ferma per i piedi la sua cara vita, cecidit secus pedes ejus. E quivi a que piedi di Gesù, che fa Madalena, che dice, che cerca, che vuole? Piange, piange, inconsolabilmente piange cecidit ad pedes ejus et coepit flere. Non sa fare altro, che piangere; non può fare altro, che piangere; non pensa ad altro che a piangere; non gusta altro, che piangere; non si mostra viva in altro, che in piangere, et coepit flere. Sospira, singhiozza, geme, tace, e piange, e rinforzando di dentro amore, e dolore trabocca di nuovo in questa piena, e più largamente come se ora incominciasse seguita a piangere, et coepit flere. Chi la motteggia, chi l'insulta, chi la sgrida, chi la burla; e Madalena a nulla bada, bada solo a piangereÖ

"O felici lacrime, o lacrime felici che giunsero a lavare non solo i traviamenti di Madalena ma persino l'adorate piante del celeste Signore. A que beati piedi chiede quel pianto la grazia di tornare al buon sentiero. A que beati piedi la rimette in istrada, e gli merta la pace con Gesù, che è la vera strada. Alza Madalena a que piedi il suo altare, e quivi svenato in lacrime sacrifica il cuore; quivi depone l'amore mondano in trofeo del suo Signore, ed in segno del campato naufragio, quivi con Gesù calpesta il mondo nelli apportati odorosi unguenti aspersi sui piedi, e de suoi capelli che in quel capo profano furono di superbo ornamento, ne fa un umilissimo sciugatojo di que' santissimi piedi.

"Prima uditori, che la Madalena si diparta da quelli piedi adorati, se alcuno di voi abbisognasse di un alto perdono, vada con lei e non già prostrato a que' piedi, ma entri pure con la sua anima entro quel sacro costato, e troverà il cuor del crocifisso Signore prodigo ancor con esso di sue beneficenze. Sapete pure, uditori, che ha viscere di Padre, e di Padre amoroso. Che averete dunque a temere? Accostatevi, itene pure, e confidate, ne più indugiate!"

(Discorso Panegirico Sopra la Madalena Penitente, Volume 16° pp. 450-451)

"Sù avventurata Peccatrice levati sù. Remittuntur peccata tua, vade in pace. O vera pace, o bella pace! Oh! il dolce contento, che ebbe a sentir il cuor di Madalena a questo nome soave: Pace con Dio, o cara pace, o indicibil pace. Felice Madalena sù vade in pace. Pace con voi sì, o mio Signore, ma non già meco. Sù questo stesso altare dei vostri santissimi piedi, ove ho riportata la pace, giuro contro di me la guerra, e giuro che erit in pace amaritudo mea amarissima. Pace con voi sì, o Gesù, ma guerra con me, e con tutto il mondo."

"Sollevasi contro Gesù tutto il popolo di Gerusalemme, se ne dichiarano i nobili, si armano i Scribi congiurano i magistrati, e strepitano i Pontefici: e Madalena? e Madalena amata, ed amante del suo Gesù, per il suo Gesù si mantiene. Uno de suoi discepoli lo tradisce, tutti gl'altri l'abbandonano, e fuggono, e Madalena? e Madalena amata, e amante del suo Gesù, per il suo Gesù si mantiene: Oh amor grande ed invitto di Maddalena! I Sacerdoti l'accusano i tribunali lo condannano; per fin Pietro publicamente lo rinega; e la buona Madalena amata ed amante per il suo Gesù si mantiene. Madalena l'accompagna per le Corti, lo seguita al sanguinoso Calvario, lo conforta ne suoi dolori, l'assiste nella penosa agonia; abbandonato da tutti Madalena non l'abbandona, e in quel traballamento di tutto il Mondo, in quella turbazione de Cieli, in quello scompiglio di stelle, e smarrimento de Pianeti, fra scherni, ed improperj, l'anima grande di Madalena si tenne sempre in piedi con indicibil contento del suo Crocifisso Signore: oh l'amore, la costanza luminosa di Madalena! Madalena l'unge morto, lo veglia seppolto, lo cerca, lo trova, e con festa grande lo publica risorto, né mai si quietò l'addolorata amante, la Santa peccatrice, finché non vidde il suo Signore salito in trionfo al Cielo."
(Discorso Panegirico Sopra la Madalena Penitente, Volume 16°, pp. 452-453)

"Maddalena ella è esempio di una creatura di nostra specie, fragile, di fisica costituzione come voi siete: fu peccatrice: come voi sensibile negli'organi corporei, e vi presenta in cicatrici ricalcate i segni di penitenza e de combattimenti, che le produssero vittorie di immarcescibile gloria e trionfo."

(Discorso Panegirico Sopra la Madalena Penitente, Volume 16°, p. 456)


La Pigrizia:
"Il primo effetto della pigrizia è la sonnolenza verso le Opere buone Pigredo immittit soporem (Prov:19).
Il secondo effetto è una stolta paura o apprensione che pone dei dubj ove non vi sono conforme dice la Scrittura / Pigrum dejicit timor (Prov: 18). Illic trepidaverunt ubi non erat timor. Credono che il servir Dio sia ecc.
Il terzo effetto è la pusillanimità. Il pigro è lapidato con un sasso d fango cioè rimane abbattuto da una difficoltà di niuna importanza= In lapide luteo lapidatus est piger (Eccl: 22).
Il quarto effetto è la velleità Vult, et non vult piger (Prov: 13)."

(Pigrizia, Volume 7°, No. 24, p. 77)


La Preghiera:
"Persuadetevi miei cari...senza la Orazione voi sarete piante infeconde, senza l'orazione voi rimarrete privo di tanti ubertosi ajuti, di tante ubertose grazie che si concedono a chi prega che si compartono a chi si racommanda fervorosamente, senza l'Orazione in fine voi non sarete accetti a questa Sovrana Regina del Cielo, e della terra. Oportet semper orare e numquam deficere."

(Per la Madonna del Carmine, Volume 7°, No. 31, p. 103)

"Tre sono le principali ragioni onde obligo deriva ad ogni Xristiano di far' orazione; ragioni di giustizia, ragioni d'ubbidienza, ragione di carità."

"L'Orazione deve esser fatta con umiltà, fiducia e perseveranza."

(Orazione, Volume 19°, p. 535-537)

"Questa è l'acqua di benedizione, la quale irrigandoci fa rinverdire e fiorire le piante dei nostri buoni desiderj, lava le anime dalle sue imperfezioni, e libera I nostri cuori dalle sue passioni."

(Orazione mentale, Volume 19°, p. 538)


Il Prezioso Sangue:
"L'abuso che si fa oggidì del prezzo di nostra Redenzione, e l'urgenza di dare un continuato compenso al Divin Redentore per le ingratitudini degli uomini, esigge che i devoti, ed amanti di Gesù si occupino a promovere l'adorazione perpetua del divino Prezioso Sangue del Salvatore. Dodici Chiese che nei diversi Circondarj praticassero successivamente il mese consecrato ai misterj di nostra Redenzione, andrebbero a verificare que sacro culto di compensazione che si brama, affine di placare il Signore, sdegnato per I nostri peccati."

(Empti enim pretio magno, Volume 12°, No. 67, p. 252)

"L'adorare o fedeli il prezzo inestimabile di nostra redenzione è l'oggetto il più tenero che possiam' noi proporci! Da questo ne sono a noi derivati I tesori della Sapienza, e della Santificacione; da questo la liberazione dalle pene infernali, per quanto è dall'amor' di Gesù, e il poter' possedere, in virtù del Divin' Sangue, la gloria santa del Cielo! ÖE' giusto pertanto, o fedeli, che a compensare le ingratitudini degli uomini, consecriamo il presente mese alle Adorazioni del Divin' Sangue, e per Esso inteneriamo I nostri Cuori.

"Mercé l'applicazione di questo inestimabile prezzo, onde siamo redenti, trovi l'anima peccatrice sacro, e religioso motivo, onde sperare misericordia, e perdono; il penitente abbia in Esso eccitamento a crescere nelle Virtù, e Santità; e finalmente il giusto zelo ardentissimo di salvare Anime al Signore."

(Eccitamento per il mese del Divin Sangue, Volume 16°, p. 442)

"Gesù, popolo dilettissimo, è adunque il nostro diletto tutto candido, e rubicondo. Candido, perché candore essenziale, rubicondo per il Divin' SangueÖOvunque io fissi la mente non rammento, ne vedo che SangueÖ Le piaghe dei piedi, delle maniÖ il Capo coronato di SpineÖ l'aperto Divin Cuore omnia ad redamandum nos provocantÖ Adstate, adunque, usiam' pure le parole della Chiesa, nell'Inno della Passione di Gesù Cristo, adstate maerentes Cruci, pedes beatos ungiteÖ lavate fletu, tergite comis, et ore lambite. O Gesù mio, deh accettate gli ossequj di questo santo mese, in compenso di tante iniquità degli uomini; e mentre il nemico del bene cerca allontanar' la rimembranza del vostro amore dalla mente dei figli di Adamo, la divozione del Divin' Sange le Anime nostre avvicini al votro Cuore divino Ö La nostra mente sempre adunque si occupi a ponderare i misterj della vostra carità, il nostro cuore ad amarne l'applicazione; i sentimenti del corpo a presentarne i trionfi a nostra, e ad altrui santificazione; e cosìsia indelebile in noi la memoria dell'inestimabile prezzo, onde siam' riscattati."

(Eccitamento per il mese del Divin Sangue, Volume 16°, pp. 443-444)

"Quanto grande è stato il desiderio, ch'ebbe Gesù in tutta la sua vita mortale di spargere il suo Sangue per la Redenzione del Mondo, altrettanto ardente è il suo desiderio, che tutti se ne approfittino, che tutte le Anime ne siano partecipi. Onde invitandoci a questo fonte di Misericordia ci dice: Bibite ex hoc omnes. Ed aprendo nelle sagratissime sue Piaghe 4. fonti, come dice S. Bernardo, fonte di Misericordia, fonte di Pace, fonte di Divozione, fonte di Amore tutte le Anime ivi chiama a dissetarsi. Si quis sitit veniat ad me. E perché infatti ha istituiti i S. Sagramenti che sono come i canali, per i quali ci si comunicano i meriti di questo Preziosissimo Sangre? Perché l'offre di continuo all'Eterno

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segunda-feira, 18 de fevereiro de 2013

Amazing stories from Purgatory and the afterlife


Amazing stories from Purgatory and the afterlife


Short stories of Purgatory -A remarkable collection of visits from the souls in Purgatory to various Saints and Mystics.

“I know when you pray for me, and it is the same with all of the other souls here in Purgatory. Very few of us here get any prayers; the majority of us are totally abandoned, with no thought or prayers offered for us from those on earth” (Message from a soul in Purgatory)

Over the years of studying the lives of the mystics of the Church I have amassed a large number of eye witness accounts from various books and manuscripts of the appearances of the souls in Purgatory to a number of persons-- a good number of these accounts are not widely known, so I thought it would make a very interesting study to compile a number of shorter accounts from a variety of sources for those interested in this subject.

St Padre Pio’s visions of the souls in Purgatory

In May, 1922, Padre Pio testified the following to the Bishop of Melfi, His Excellency Alberto Costa and also the superior of the friary, Padre Lorenzo of San Marco along with 5 other friars. One of the five friars, Fra Alberto D' Apolito of San Giovanni Rotondo wrote down the account as follows:

"While in the friary on a winter afternoon after a heavy snowfall, he was sitting by the fireplace one evening in the guest room, absorbed in prayer, when an old man, wearing an old-fashioned cloak still worn by southern Italian peasants at the time, sat down beside him. Concerning this man Pio states: ‘I could not imagine how he could have entered the friary at this time of night since all the doors are locked. I questioned him: 'Who are you? What do you want?'

The old man told him, "Padre Pio, I am Pietro Di Mauro, son of Nicola, nicknamed Precoco." He went on to say, "I died in this friary on the 18th of September, 1908, in cell number 4, when it was still a poorhouse. One night, while in bed, I fell asleep with a lighted cigar, which ignited the mattress and I died, suffocated and burned. I am still in Purgatory. I need a holy Mass in order to be freed. God permitted that I come and ask you for help."
According to Padre Pio: "After listening to him, I replied, 'Rest assured that tomorrow I will celebrate Mass for your liberation.' I arose and accompanied him to the door of the friary, so that he could leave. I did not realize at that moment that the door was closed and locked: I opened it and bade him farewell The moon lit up the square, covered with snow. When I no longer saw him in front of me, I was taken by a sense of fear, and I closed the door, reentered the guest room, and felt faint.”

A few days later, Padre Pio also told the story to Padre Paolino, and the two decided to go to the town hall, where they looked at the vital statistics for the year I908 and found that on September 18 of that year, one Pietro Di Mauro had in fact died of burns and asphyxiation in Room Number 4 at the friary, then used as a home for the homeless.

Around the same time, Padre Pio told Fra Alberto of another apparition of a soul from Purgatory which also occurred around the same time. He said:

One evening, when I was absorbed in prayer in the choir of the little church I was shaken and disturbed by the sound of footsteps, and candles and flower vases being moved on the main altar. Thinking that someone must be there, I called out, "Who is it?"

No one answered. Returning to prayer, I was again disturbed by the same noises. In fact, this time I had the impression that one of the candles, which was in front of the statue of Our Lady of Grace, had fallen. Wanting to see what was happening on the altar, I stood up, went close to the grate and saw, in the shadow of the light of the Tabernacle lamp, a young confrere doing some cleaning. I yelled out, "What are you doing in the dark?" The little friar answered, "I am cleaning."

"You clean in the dark?" I asked. "Who are you?"

The little friar said, ‘I am a Capuchin novice, who spends his time of Purgatory here. I am in need of prayers.’ and then he disappeared,"

Padre Pio stated that he immediately began praying for him as requested, and it is not known if he had any further dealings with this particular soul. However, in regards souls in Purgatory it is very interesting to note that later in life Padre Pio once said that ‘As many souls of the dead come up this road [to the monastery] as that of the souls of the living.” Without a doubt, many souls from Purgatory visited Padre Pio seeking his prayers, sacrifices and sufferings to obtain their release.

From the manuscript of Sister M. de L.C., written from 1874-1890

To get an idea of how Purgatory is arranged, we can get a good glimpse of it from a nun from France who had died on February 22, 1871 at the age of 36, and 2-1/2 years later (in November 1873) she began appearing from Purgatory to a fellow nun in her convent, named Sister M. de L.C (name kept anonymous in the manuscript to protect the nuns identity, as the manuscript was published while the nun was still living) as related in the booklet “An Unpublished Manuscript on Purgatory” published by The Reparation Society of the Immaculate Heart of Mary, Inc., 2002:

“I can tell you about the different degrees of Purgatory because I have passed through them. In the great Purgatory there are several stages. In the lowest and most painful, it is like a temporary hell, and here there are the sinners who have committed terrible crimes during life and whose death surprised them in that state. It was almost a miracle that they were saved, and often by the prayers of holy parents or other pious persons. Sometimes they did not even have time to confess their sins and the world thought them lost, but God, whose mercy is infinite, gave them at the moment of death the contrition necessary for their salvation on account of one or more good actions which they performed during life. For such souls, Purgatory is terrible. It is a real hell with this difference, that in hell they curse God, whereas we bless Him and thank Him for having saved us.

Next to these come the souls, who though they did not com¬mit great crimes like the others, were indifferent to God. They did not fulfill their Easter duties and were also converted at the point of death. Many were unable to receive Holy Communion. They are in Purgatory for the long years of indifference. They suffer unheard of pains and are abandoned either without prayers or if they are said for them, they are not allowed to profit by them. There are in this stage of Purgatory religious of both sexes, who were tepid, neglectful of their duties, indifferent towards Jesus, also priests who did not exercise their sacred ministry with the reverence due to the Sovereign Majesty and who did not instill the love of God sufficiently into the souls confided to their care. I was in this stage of Purgatory.

In the second Purgatory are the souls of those who died with venial sins not fully expiated before death, or with mortal sins that have been forgiven but for which they have not made entire satisfaction to the Divine Justice. In this part of Purgatory, there are also different degrees according to the merits of each soul.

Thus the Purgatory of the consecrated souls or of those who have received more abundant graces, is longer and far more painful than that of ordinary people of the world.

Lastly, there is the Purgatory of desire which is called the Threshold. Very few escape this. To avoid it altogether, one must ardently desire Heaven and the vision of God. That is rare, rarer than people think, because even pious people are afraid of God and have not, therefore, a sufficiently strong desire of going to Heaven. This Purgatory has its very painful martyrdom like the others. The deprivation of the sight of our loving Jesus adds to the intense suffering.”

Another explanation of the levels in Purgatory from this same book:

Retreat, August 1878: “Great sinners who were indifferent towards God, and religious who were not what they should have been are in the lowest stage of Purgatory. While they are there, the prayers offered up for them are not applied to them. Because they have ignored God during their life, He now in His turn leaves them abandoned in order that they may repair their neglectful and worthless lives. While on earth one truly cannot picture or imagine what God really is, but we (in Purgatory) know and understand Him for what He is, because our souls are freed from all the ties that fettered them and prevented them from realizing the holiness and majesty of God and His great mercy. We are martyrs, consumed as it were by love. An irresistible force draws us towards God who is our center, but at the same time another force thrusts us back to our place of expiation.

We are in the state of being unable to satisfy our longings. Oh, what a suffering that is, but we desire it and there is no murmuring against God here. We desire only what God wants. You on earth, however, cannot possibly understand what we have to endure. I am much relieved as I am no longer in the fire. I have now only the insatiable desire to see God, a suffering cruel enough indeed, but I feel that the end of my exile is at hand and that I am soon to leave this place where I long for God with all my heart. I know it well, I feel more at ease, but I cannot tell you the day or the hour of my release. God alone knows that. It may be that I have still many years of longing for Heaven. Continue to pray; I will repay you later on, though I do pray a great deal for you now.”

Why is it that I pray for you with less fervor than I pray for others and that often I forget to recommend you?

Do not trouble yourself about that. It is a punishment for me.

Even if you prayed more I should not be any the more relieved. God wills it thus. If He wants you to pray more He will inspire you to do so. I repeat again, do not be worried about me. You will never see me in my sufferings. Later on, when your soul is stronger, you will see souls in Purgatory and very awful ones, but let this not frighten you. God will then give you the neces¬sary courage and all that you need to accomplish His holy will.

Is this not a punishment?

No, certainly not, I am here for my relief and for your sanctification. If you would but pay a little more attention to what I say.

That is true but these happenings are so extraordinary that I do not know what to make of them; it is not an ordinary thing to hear you in this way.

I understand well your difficulty and I am aware of your sufferings on this account. However, if God wishes it and it relieves me, you will have pity on me, will you not? When I am released you will see that I will do far more for you than you have ever done for me. I already pray much for you.

Where is Sister --?

In the lowest Purgatory, where she receives no benefit from anyone's prayers. God is often displeased, if one may speak thus, when many religious come to die, because He has called these souls to Himself that they might serve Him faithfully on earth and go straight to Heaven at the moment of death, but because of their infidelity, they have to stay long in Purgatory - far longer than people in the world who have not had so many graces.

1879, Retreat in September. We see St. Michael as we see the angels. He has no body. He comes to get the souls that have finished their purification. It is he who conducts them to Heaven. He is among the Seraphim as Monsignor said. He is the highest angel in Heaven. Our own Guardian Angels come to see us but St. Michael is far more beautiful than they are. As to the Blessed Virgin, we see her in the body. She comes to Purgatory on her feasts and she goes back to Heaven with many souls. While she is with us we do not suffer. St. Michael accompanies her. When he comes alone, we suffer as usual. When I spoke to you of the great and the second Purgatory, it was to try to make you understand that there are different stages in Purgatory. Thus I call that stage of Purgatory “great” or “worst” where the most guilty souls are, and where I stayed for two years without being able to give a sign of the torments I was suffering. The year when you heard me groaning, when I began to speak to you, I was still in the same place.

In the second Purgatory, which is still Purgatory but very different from the first, one suffers a great deal, but less than in the great place of expiation. Then there is a third stage, which is the Purgatory of desire, where there is no fire. The souls who did not desire Heaven ardently enough, who did not love God suf¬ficiently, are there. It is there that I am at this moment. Further, in these three parts of Purgatory, there are many degrees of vari¬ation. Little by little, as the soul becomes purified, her sufferings are changed.

You sometimes say to me that the perfecting of a soul is a long process and you are also astonished that after so many prayers, I am so long deprived of the sight of God. Alas, the perfecting of a soul does not take any less time in Purgatory than upon earth. There are a number of souls, but they are very few, who have only a few venial sins to expiate. These do not stay long in Purgatory. A few well-said prayers, a few sacrifices soon deliver them. But when there are souls like mine - and that is nearly all whose lives have been so empty and who paid little or no attention to their salvation - then their whole life has to be begun over again in this place of expiation. The soul has to perfect itself and love and desire Him, whom it did not love sufficiently on earth. This is the reason why the deliverance of some souls is delayed. God has given me a very great grace in allowing me to ask for prayers. I did not deserve it, but without this I would have remained like most of those here, for years and years more.”

The immense power of the Mass for the souls in Purgatory

Next, from the excellent book “Purgatory –Explained by the Lives and Legends of the Saints” by Father F.X. Schouppe, S.J., Tan Books, 1986 we read the following accounts which highlight the power and importance of offering holy Masses for the departed. The following is a sincere testimony from the person who experienced several visits from a soul in purgatory, and thus she provides a detailed and frank eye-witness account with regard to the facts:

On October 13, 1849, there died at the age of fifty-two, in the parish of Ardoye, in Flanders, a woman named Eugenie Van de Kerckove, whose husband, John Wybo, was a farmer. She was a pious and charitable woman who generously gave to charity in proportionate to her means. She had, to the end of her life, a great devotion to the Blessed Virgin Mary, and abstained from meat in her honor on the Friday and Saturday of each week. Although her conduct was not free from certain faults, she otherwise led a exemplary and edifying life.

Eugenie had a servant named Barbara Vennecke, aged twenty-eight, who was known as a virtuous and devoted girl, and who had assisted her mistress in her last sickness, and after Eugenie’s death, she continued to serve her master, John Wybo, the widower of Eugenie.

About three weeks after her death, the deceased appeared to her servant under circumstances which we will now relate. It was in the middle of the night; Barbara slept soundly, when she heard herself called distinctly three times by her name. She awoke with a start, and saw Eugenie before her, sitting on the side of her bed, clad in a working dress, consisting of a skirt and short jacket. At this remarkable sight, Barbara was seized with astonishment. The apparition spoke to her: “Barbara," she said, simply pronouncing her name. “What do you desire, Eugenie?" replied the servant.



Power of the Mass for souls in Purgatory
‘Please take," said the mistress, “the little rake which I often told you to put in its place; stir the heap of sand in the little room; you know to which one I refer. You will find there 500 franks; use it to have Masses said, two francs for each Mass, for my intention, for I am still suffering." “I will do so, Eugenie," replied Barbara, and at the same moment the apparition vanished. After awhile she fell asleep again, and reposed quietly until morning:

On awaking, Barbara thought that maybe it was all just a dream, but yet she had been so deeply impressed, so wide awake, she had seen her old mistress in a form so distinct, so full of life and she had received from her lips such precise directions, that she could not help saying, “This cannot have been a dream. I saw my mistress in person; she presented herself to my eyes and she surely spoke to me. It is no dream, but a reality."

She therefore immediately went and took the rake as directed, stirred the sand, and drew out a purse containing the sum of five hundred francs.

In such strange and extraordinary circumstances the good girl thought it her duty to seek the advice of her pastor before spending the 500 francs on having Masses said, and went to relate to him all that had happened. The venerable Abbe R., then parish priest of Ardoye, replied that the Masses asked by the departed soul absolutely must be celebrated, but, in order to dispose of the sum of money, the consent of the husband, John Wybo, was necessary, since the money was found in his house. The latter willingly consented that the money should be employed for so holy a purpose, and the Masses were celebrated, being given two francs for each Mass.

We call attention to the circumstance of the Mass donations, because it corresponded with the pious cus¬tom of the deceased. The fee for a Mass fixed by the diocese at that time was a franc and a half, but during her lifetime Eugenie-through consideration and charity for the clergy, many of whom were quite poor- always gave two francs for each Mass that she made offerings for. Thus the extra 1/2 a frank Mass offering that she normally made was an act of charity and additional financial support for the priests who celebrated them.

Two months after the first apparition, while Masses were still being said for Eugenie’s intentions, Barbara was again awakened during the night. This time her chamber was illuminated with a bright light, and her mistress appeared before her with a radiant smile, beautiful and fresh in appearance as in the days of her youth, and was dressed in a robe of dazzling whiteness—“Barbara," she said in a clear voice, “I thank you! For I am now delivered from the place of purification.' Saying these words, she disappeared, and the chamber became dark as before.

The servant, amazed at what she had just seen, was full of joy, and she soon spread the remarkable story to everyone about the town . This apparition made the most lively impression upon her mind, and she pre¬serves to this day the most consoling remembrance of it. It is from her that we have these details, through the favor of the venerable Abbe L., who was curate at Ardoye when these facts occurred.

This is but one of the many stories in regards to the power and efficacy of the Holy Mass wherein the Son of God Himself offers Himself upon the altar for the forgiveness of our sins, for it is a fact that of all that we can do in favor of the souls in Purgatory, there is nothing more powerful and precious than the offering of immolation of our Divine Saviour upon the altar. Besides being the express doctrine of the Church as manifested in her Councils, there are many mirac¬ulous facts, properly authenticated, which leave no room for doubt in regard to this point.

In evidence to this we now provide another incident, related by the historian Ferdinand of Castile. From 1324-1327 there was at Cologne two Dominican Religious of distinguished talent, one of whom was Blessed Henry Suso (1295-1366). They shared the same studies, the same kind of life, and above all the same desire for sanctity, which had caused them to form an close friendship.

When they had finished their studies, seeing that they were about to be separated to return each one to his own convent, they agreed and promised one another that the first of the two who should die should be assisted by the other for a whole year by the celebration of two Masses each week--on Monday a Mass of Requiem, as was customary, and on Friday that of the Passion, in so far as the Rubrics would permit. They promised each other that they would do this, gave each other the kiss of peace, and left Cologne.

For several years they both continued to serve God with the most edifying fervor. The priest religious whose name is not mentioned was the first to be called away, and Father Suso received the news with sentiments of resignation to the Divine will. As to the contract they had made, time had caused him to forget it. However, he prayed much for his friend, imposing new penances upon himself and many other good works, but he did not think of offering the Masses which he had promised a number of years previously.

One morning, while meditating in retirement in the chapel, he suddenly saw appear before him the soul of his departed friend, who, regarding him with tenderness, reproached him with having been unfaithful to his word from which he had a perfect right to rely upon with confidence. Blessed Suso, surprised, excused his forgetfulness by relating the many prayers and mortifications which he had offered, and still continued to offer, for his friend, whose salvation was as dear to him as his own.

"Is it possible, my dear brother;' he added, "that so many prayers and good works which I have of¬fered to God do not suffice for you?" "Oh no," dear brother, replied the suffering soul, "these are not yet sufficient. It is the Blood of Jesus Christ that is needed to extinguish the flames by which I am consumed; it is the Holy Sacrifice which will deliver me from these frightful torments. I implore you to keep your word, and refuse me not that which in justice you owe me."

Blessed Suso hastened to respond to the appeal of the suffering soul; he contacted as many priests as possible and urged them to say Masses for his friends intentions and, to repair his fault, he celebrated, and caused to be celebrated, a large number of Masses that very same day. On the following day several priests, at the request of Father Suso, united with him in offering the Holy Sacrifice for the deceased, and he continued his act of charity for several days.

After a short time the priest friend of Suso again appeared to him, but now in a very different condition; his countenance was joyful, and he was surrounded with beautiful light. "Thanks be to you, my dear friend” he said “behold, by the Blood of my Saviour I am delivered from my sufferings. I am now going to Heaven to contemplate Him whom we so often adored together under the Eucharistic veil."

Afterwards, Blessed Suso prostrated himself to ‘thank the God of infinite mercy, because he now understood more than ever the inestimable value of the Mass.’


Eugenie von der Leyen
Modern apparitions to Eugenie von der Leyen (1867-1929)

As to Saints and Blesseds, so far we have shared stories from St Padre Pio and Blessed Henry Suso. But there are many more canonized Saints who have been great helpers of the suffering souls. The most well known and recognized are St John Macias (who was known to have released literally thousands of souls from Purgatory during his holy lifetime), St. Augustine, St. Dom¬inic, St. Francis Xavier, St. Victor, St. Francis of Assisi, St. Nicolas of Tolentino, St. Margaret Mary Alacoque, St. Catherine of Genoa, St. Bernard of Clairvaux, St. Gregory the Great, St. Odilon of Cluny, St. Francesca Romana, St. Bridget of Sweden, St. Ambrose, St. Bonaventure, St. Thomas Aquinas, St. Efraim, St. Peter Damian, St. Francis de Sales, St. Catherine of Genoa, and in modern times the recently canon¬ized saints Gemma Galgani, St. Padre Pio, and St Faustina Kowalska, to name but a few.

Since many of the stories of Purgatory from the above mentioned Saints are well known, the emphasis here is to provide the lesser known and nonetheless fascinating stories from sources and individuals not widely known or read, because in His infinite mercy, history is full of “everyday” persons whom on occasion God has permitted to assist the souls in Purgatory. I will say however that the one notable thing about such occurrences is that seers of souls from Purgatory are often reported to be especially good and pious persons, which is logical, for God permits a soul to appear so that it can be released from Pur¬gatory, or at least, that its suffering be greatly lessened, and a pious, compassionate person is more likely to respond to its requests by the offering of fervent sacrifices, sufferings and prayers which are the means which help the poor souls. In other words, such souls are “saintly” persons, without of course ever becoming canonized Saints.

One such soul is Eugenie von der Leyen (1867-1929) who kept a diary of the appearances of the souls in Purgatory to her. Eugenie was a well educated woman of high German nobility; in fact Eugenie bore the title of princess and lived in the ancestral castle at Waal, Bavaria, Germany. By order of her confessor, she kept diary of her contacts with the poor souls, which after her death was handed over to Bishop Eugenio Pacelli, who later became Pope Pius XII.

The Shepherd named Fritz –From the diary of Eugenie von der Leyen, 1923.

June 11, 1923. At awakening, a long grayish form over me, completely nebulous; I can't say whether man or woman, but unsym¬pathetic; I am very frightened.

June 14. The phantom was already in my room when I wanted to sleep. Then I said my evening-prayer aloud, during which it came very near to me. If it hadn't been for his arms, it rather would seem a walking tree-trunk. It stayed perhaps twenty minutes, then came back at four o'clock.

June 16. It was very bad. It shook my shoulder. That is a horrible moment. I struck him and said: "You may not touch me!" Where¬upon it withdrew in a corner. At my push, I didn't feel a body, it was like a humid, warm towel. I believed I couldn't stand such terror any longer.

June 18. Again this horrible thing; it wanted to clasp my neck. I prayed in fear and took the particle of the Cross [a holy relic she possessed] in my hand. Then it remained with me, staying upright and big before me. It didn't answer questions." then it went out through the door, which it left open.

June 19. I can recognize now that it is a man; he was only there for a short while.

June 21. The horrible man more than an hour during the night, went back and forth continuously. He has disheveled black hair and horrific eyes.

June 22. This man from one o'clock until past five with me, it was very bad. He repeatedly bowed over me and sat down at my bedside. I really wept for fear, then prayed the "hours" so that I didn't need to see him. Then he went again back and forth and moaned horribly. Now it seems to me I must know him, however I cannot find out who it is. I have become very cowardly, for many times it is really a decision for me to go to my room in the evening. Yet ordinarily I am able to fall asleep very well.

June 24. He came back, seized me at my shoulder. I said: "Now tell me what you want and then don't come back."

No answer; he went again through the room a couple of times and then was gone. My rest however was completely destroyed. At six in the morning he came back. In daylight he even looks more horrific, makes a disgusting impression, belongs to the dirtiest category of ghosts who have already come. I said: "Don't disturb me, I want to prepare myself for holy Communion!" Then he drew very near to me and lifted his hands imploringly. I was so sorry for him that I promised him a lot. Then I said: "Can't you speak?" Whereupon he shook his head. "Do you have much to suffer?" Now he moaned terribly. I gave him much holy water" and then he was gone.

June 27. He was there again, in the night. Seems to know me; I racked my brains as to who he might be. He is very unsympathetic.?

June 29. He was again in the room when I went to bed. It could be the murdered shepherd Fritz. I asked him at once, but he didn't react. I prayed with him, during which he fixed his eyes on me so angrily that I was really frightened. I asked him to go and then he went indeed.

June 30. He came very briefly; his moaning waked me up.

July 1. Again, I really believe it is shepherd Fritz. However his face is so black that I have difficulty recognizing him. But figure, nose, and eyes are wholly "he," as I saw him so many times in life.

July 2. He came back, didn't look so terribly wild anymore and stayed not for a long time. I addressed him as "shepherd Fritz," which he apparently found quite natural.

July 3. He came very briefly. I asked: ''Are you the murdered shepherd Fritz?" Then he said distinctly: "Yes!"

July 4. He came to me in the morning, looked sadly at me and went away soon, answered nothing, too.

July 5. Now it struck me that everything about him is clearer. During prayer, he made the Sign of the Cross.

July 6. I am very happy for he can speak now. I asked him: "Why do you always come to me?" He: "Because you have always prayed for me." (That is right, for I had always been sorry for the poor fellow; he always looked so particular, even as a boy.) I: "Then what saved you?" He: "Insight and repentance." I: "Weren't you dead immediately?" He: "No." I: "Will you be released soon?" He: "Not by far." Then I gave him permission to continue coming to me, if it does him well. How remarkable it is, that someone who was so rude in life speaks like that when separated from his body. Now I am not frightened by him anymore, and would like to help him as best I can. How merciful is the good Lord!

July 8. He came very briefly.

July 9. He came at 6:00am and by doing so woke me up. Otherwise I had overslept. I: "Is it so important for you that I go to holy Mass?" He:"That way, you can help me a lot."

July 11. Only came very briefly.

July 12. We prayed together," then I: "Then what do you have to suffer?" He: "I am burning!" Then he came up to me and before I could defend myself, he pressed a finger on my hand. I was frightened so much and it hurt me so much, that I screamed. Now I have a red burn which I hope will heal soon. It is a very strange feeling, to have this visible mark from the other world.

July 24. Shepherd Fritz and the other one came two times in the night, all silent, but [the new one] not very pleasant.

July 29. Nothing special to mention. Now these two are coming every night. The new one looks horrible, while shepherd Fritz becomes ever more bright!!

August 10. Shepherd Fritz drew so near to me again, but looked very friendly. So I said to him, "Don't you have to suffer so much anymore?" He: "No." and I: "Can you pray for me yet?" He: "No." and I: "Where are you then all the time?" He: "In the forlornness." I: "Will you still come often to me?" He: "No." and I: "Why not?" He: "I am not allowed to any more!" and I: "Have I been able to help you?" He: "Yes." Then he was gone….

To close this remarkable account, Father Sebastian Wieser, Eugenie's parish priest and confessor, comments:

“The behavior of this apparition is like the echo of his earthly life. I have known shepherd Fritz well -he was like a "billygoat" in the parish. In him, the greatness of the mercy of God really manifests itself. Rarely did he come to church. He had an only son, who in school became well known for his meanness, falsehood, and deceptions and caused many troubles to his teachers and those in authority over him. When the boy had to be punished at school, the father pulled out all the stops of his indignation over the schoolmaster and priest. I prophesied at that time that someday the father himself would get a beating from this only son!

When this son was seventeen years old and was big and quite strong, he beat his father to death at around midnight .... Nobody knew if Fritz was dead immediately or if he came to for a moment. The latter seems to have been the case. The murderer had knocked him down in the hay-barn and abandoned him to his fate. Only in the morning was the dead man discovered ....On the sixth of July he states that: "…insight and repentance" have saved him from damnation! On the twelfth day of July he says, "I am burning!" and presses a finger on the hand of the princess, which leaves a red burn which I have seen myself.” –Father Sebastian Wieser

Another modern account: St Gemma Galgani obtains the relief of a soul in Purgatory

The final account in this article will go to the webmasters favorite Saint: St Gemma Galgani (1878-1903). It is taken from the excellent book “The Life of St Gemma Galgani” by Venerable Father Germanus Ruoppolo C.P.:

"Gemma knew by Divine inspiration that in the Convent of Passionist Nuns at Corneto [Italy] there was a Religious Sister very dear to God who was near death. She asked me about it, and on my answering that it was so, she at once began to implore of Jesus to make that particular Religious expiate all her faults on her deathbed, so that breathing her last she might enter Paradise at once. Her prayer, at least in part, was heard. The Sister suffered greatly and died in a few months. Gemma told those in her home of it in order that they might pray for the deceased, and she gave her name, Maria Teresa of the Infant Jesus, as she was not known in Lucca. After her death, this soul appeared to her full of sorrow, imploring her help as she was undergoing great torments in Purgatory for certain defects.

Nothing more was needed to set all the fibers of Gemma's heart in motion. From that moment she gave herself no rest: she fervently offered prayers, tears and loving petitions to Our Lord.

"Jesus, save her," she was overheard to exclaim. "Jesus, take Maria Teresa to Paradise without delay. She is a soul that is most dear to Thee. Let me suffer much for her; I want her to be in heaven."

And during this time Gemma writes the following in her Diary:

"It was around 9:30 and I was reading; all of a sudden I am shaken by a hand resting gently on my left shoulder. I turn in fright; I was afraid and tried to call out, but I was held back. I turned and saw a person dressed in white; I recognized it was a woman; I looked and her expression assured me I had nothing to fear: "Gemma," she said after some moments, "do you know me?" I said no, because that was the truth; she responded: "I am Mother Maria Teresa of the Infant Jesus: I thank you so very much for the great concern you have shown me because soon I shall be able to attain my eternal happiness."
 
The extraordinary mystic, St Gemma Galgani
All this happened while I was awake and fully aware of myself. Then she added: "Continue still, because I still have a few days of suffering." And in so saying she caressed me and then went away. Her countenance, I must say, inspired much confidence in me. From that hour I redoubled my prayers for her soul, so that soon she should reach her objective; but my prayers are too weak; how I wish that for the souls in Purgatory my prayers should have the strength of the saints'."

And the dear victim of expiation suffered without ceasing for sixteen days, at the end of which God was pleased to accept her sacrifice and to release that soul. This is how Gemma herself told me of it:

“Toward half-past one it seemed to me that the Blessed Mother herself came to tell me that the holy hour I was making was drawing to an end. Then almost immediately I thought I saw Sr. Maria Teresa coming toward me clad as a Passionist, accompanied by her Guardian Angel and by Jesus. Oh, how she was changed since the day I first saw her! Smiling, she drew close to me and said: "I am truly happy, and I go to enjoy my Jesus forever." She thanked me again. Then she made sign of bidding me good-bye with her hand, several times, and with Jesus and her Guardian Angel she flew to Heaven. It was about half-past two o'clock in the morning.”

Those interested in the extraordinary life of St Gemma Galgani can visit the webmasters website
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